Accademie di filiera piemontesi in prima linea per promuovere la sostenibilità attraverso l’innovazione nella lotta allo spreco del cibo grazie a nuovi percorsi di formazione e ricerca, e a nuove strategie di valorizzazione dei residui agroalimentari a favore del rafforzamento del tessuto imprenditoriale e a tutela dell’ambiente.
Dal partecipatissimo incontro di fine marzo scorso nel Grattacielo della Regione Piemonte, ecco il video con i contenuti salienti che hanno animato gli interessanti approfondimenti accademici attorno al tema-sfida: ‘Lo spreco alimentare: strategie per il recupero e la valorizzazione’, fortemente voluto dal vicepresidente regionale e assessore alla Formazione professionale della Regione Piemonte Elena Chiorino, e interpretato con successo dal CIOFS-FP Piemonte ETS, ente capofila dalle Accademie ‘Agrifood’ e ‘Turismo e montagna’ accanto all’Università degli Studi di Torino, all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, al Settore Regionale Istruzione, Formazione e Lavoro, alle Associazioni datoriali (presenti all’unanimità) e a molte imprese innovative provenienti da tutto il territorio regionale.
«Le Accademie di Filiera del Piemonte – ha dichiarato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore alla Formazione professionale della Regione Piemonte - rappresentano uno strumento strategico per formare le nuove generazioni e supportare le imprese nella sfida della sostenibilità reale. Una sostenibilità che deve essere sì ambientale, ma anche economica e sociale. La lotta allo spreco alimentare non è solo una questione etica, ma anche un'opportunità per innovare e creare valore. La Regione Piemonte è impegnata a garantire una formazione di eccellenza che permetta di diffondere una cultura antispreco e di promuovere soluzioni concrete per un futuro realmente sostenibile. Siamo consapevoli che investire nella formazione significhi dare alle nostre imprese e ai nostri giovani gli strumenti per essere protagonisti di un cambiamento vantaggioso per l’intero sistema produttivo».«L’incontro organizzato con la Regione Piemonte – ha sottolineato Silvana Rasello, presidente delle Accademie ‘Agrifood’ e ‘Turismo e montagna’ Silvana Rasello - ci ha offerto uno spazio di riflessione condivisa su temi importanti, che ci interpellano non solo come aziende, professionisti e promotori, ma anche come persone, educatori e cittadini, visto che esigeranno scelte, decisioni, interventi, operatività nell’oggi e nel tempo a venire. Lo spirito delle Accademie può essere così riassunto: mettersi insieme, rimanere oltre le difficoltà, e continuare a lavorare insieme per convergere verso obiettivi comuni, anche a partire da appartenenze, logiche, storie diverse. L’esperienza delle Accademie può - nelle realizzazioni - superare anche le “attese” grandi del disagio iniziale, scoprendo, coltivando, realizzando connessioni sistemiche portatrici di un valore moltiplicatore».
Dall’inizio dell’attività, a ottobre 2024, per l’Accademia ‘Agrifood’ sono stati presentati 29 corsi per un totale di 162 partecipanti, mentre per l’Accademia ‘Turismo e montagna’ sono stati 17 i corsi presentati per un totale di 113 partecipanti. A livello di network di aziende, i corsi pluriaziendali sono stati 4 per Agrifood e 2 per Turismo. La prevalenza delle aziende che hanno attivato i corsi sono micro e piccole imprese.
Come emerso dall’incontro, secondo i dati presentati da Giuseppe Zeppa, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, «ogni anno nel mondo viene persa circa il 40% della produzione alimentare, pari a 2,5 miliardi di tonnellate di cibo e il 43% dei prodotti coltivati non viene consumato. In Italia si perdono ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di cibo tra la fase di coltivazione e la vendita. Inoltre, l’Osservatorio Waste Watcher ha calcolato che, nel 2024 lo spreco alimentare nelle famiglie italiane ha toccato i 29,5 kg. Nel 2023 erano 27,3».
La valorizzazione dei residui agroalimentari, il cosiddetto biowaste upcycling, che permette la trasformazione di scarti in prodotti di maggior valore, è stata al centro dello studio di Elio Dinuccio, docente dell’Università degli Studi di Torino Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. «L’upcycling differisce dal riciclo tradizionale creando nuove applicazioni industriali e opportunità di valorizzazione con vantaggi economici (Riduce i costi di smaltimento - Crea nuove filiere produttive - Migliora l'efficienza complessiva) e ambientali (Diminuisce rifiuti in discarica - Riduce emissioni di gas serra - Preserva risorse naturali limitate)».
In questo scenario, le Accademie possono creare una vera e propria cultura lavorativa antispreco coinvolgendo le aziende partner nei percorsi di formazione specifici e stimolando processi di innovazione per il recupero e la valorizzazione degli sprechi alimentari.
Le imprese sono il vero snodo dell’impegno delle Accademie, in particolare le micro e piccole imprese, di cui si compongono i settori agroalimentare e del turismo.
Non a caso, le Accademie ‘Agrifood’ e ‘Turismo e montagna’ hanno già all’attivo la creazione e l’animazione di nuove reti territoriali con le imprese, che, grazie alla formazione, stanno introducendo innovazioni sostenibili e progetti di filiera utili ad alimentare la cultura antispreco.
Il tema sta assumendo contorni tali che, anche la prossima Giornata della Ristorazione (17 maggio), sarà dedicata proprio alla lotta allo spreco alimentare.
Uno dei primi portabandiera dell’impegno contro lo spreco alimentare nell’ambito delle Accademie di filiera piemontesi è il Biova Project, il progetto di economia circolare nato a San Salvario a Torino nel 2019 da un’idea di Emanuela Barbano e Franco Dipietro, che ritira il pane invenduto dai punti vendita della GDO o da realtà locali e lo utilizza per sostituire il malto d’orzo per produrre birra, oggi distribuita nei supermercati, nei locali negli hotel, nei caffè e sui treni. «Da ogni 150 chilogrammi di pane recuperato vengono prodotti 2.500 litri di birra premium, risparmiando il 30% di malto d’orzo e di materie prime e, grazie a questa produzione, nel processo si evita di immettere in atmosfera 1.365 chilogrammi di CO2».
La consapevolezza e la conoscenza dei sistemi antispreco portano benefici immediati alle imprese, come ha dimostrato Silvio Barbero dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha presentato il progetto di formazione Foster, rivolto agli operatori della ristorazione. «Le imprese che hanno aderito, con un totale di 6.500 operatori, hanno monitorato i loro processi e hanno ridotto il loro spreco del 9% circa, a seconda della situazione di ogni centro o ristorante».
Le Accademie di filiera piemontesi hanno, nella loro missione, il coinvolgimento di più imprese possibile, con le quali non solo attivare corsi di formazione per i dipendenti, ma anche far crescere le reti e le esperienze orientate alla sostenibilità e all’innovazione.
I corsi sono rivolti sia ai dipendenti delle aziende con sede in Piemonte, sia ai disoccupati piemontesi. Grazie al sostegno della Regione Piemonte, sono gratuiti per i disoccupati e sono cofinanziati per le imprese.
INFO: accademiepiemonte.it