"Non vorrei che dessimo la colpa a Greta Thumberg delle responsabilità di Donald Trump: i dazi sono una realtà che già oggi incide negativamente sul quadro economico. Al di là del fatto che arrivino, tutti coloro che stavano pensando di investire o assumere rallentano per capire quale è il quadro che si andrà a determinare: questo è un danno immediato. Quando ho sentito esponenti del Governo dire che erano un’opportunità per il nostro Paese e per l’Europa ho pensato o a un’azione antipatriottica o a una forma di scompenso mentale, perche l’idea che una tegola di questo tipo possa essere un’opportunità è difficile da sostenere ". A dirlo è l'Onorevole del Partito Democratico Andrea Orlando, oggi in Piemonte per un tour tra le realtà produttive del territorio.
Il tour
La mattinata è iniziata nel Cuneese, con un sopralluogo nell'azienda agricola Agrimontana di Borgo San Dalmazzo, per poi proseguire con l'incontro con le RSU della Lear di Grugliasco. Situata alle porte di Torino, l'impresa leader nel campo della produzione di sedili e sistemi elettrici è diventata simbolo della crisi che ha investito il settore dell'automotive.
Nel pomeriggio visita alla Samec Automotive di Cascine Vica, con trenta dipendenti di otto nazionalità diverse lavora molto nel sudamerica ed esporta in tutto il mondo.
"Transizione ha bisogno di politica industriale"
E proprio sulla crisi dell'automotive a livello europeo, dove è prevista la messa al bando della auto a benzina/diesel dal 2035, Orlando ha osservato: "Il limite che registriamo è quello di aver messo insieme la transizione ecologica, con politiche rigoristiche (dal punto di vista cronologico ndr): questa trasformazione ha bisogno di strumenti che non sono stato forniti, ha bisogno di una politica industriale".
Partendo da quest'ultimo tema il Pd ha dato via al tour "nell'Italia che produce e lavora". Dopo la Liguria e la Calabria, oggi è stata la volta del Piemonte: l'obiettivo è organizzare a fine giugno una conferenza nazionale del manufatturiero. "Noi vogliamo - ha spiegato Orlando - che l'Italia resti un grande paese industriale: per questo non bisogna guardare solo ai numeri, ma anche alla qualità dei posti di lavoro che è scesa".
Focus sul Piemonte
A fare un focus sul Piemonte il segretario regionale del PD Domenico Rossi: "Lo sviluppo del territorio non è governato e, mentre le aziende chiudono e si aprono continui tavoli di crisi non gestite, crescono solo capannoni con la logistica che mangia il suolo e la manifattura. Il costo dell'energia resta altissimo e i salari sono fermi".
A fargli eco la consigliera regionale Nadia Conticelli: "Dalle infrastrutture al rilancio industriale manca una visione complessiva, essenziale per sostenere le nuove sfide che riguardano il lavoro e lo sviluppo".
“In Piemonte manca sia il piano socio sanitario sia uno sulle politiche industriali. Sollecitiamo una regia unica e unitaria di tutte le crisi industriali per dare una risposta non solo alle necessità produttive ma anche a quelle di lavoratori. Torino era la capitale dell’automotive, oggi lo è della cassa integrazione” ha chiosato così Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Partito Democratico.