Questa reazione è dovuta al fatto che è stata colpita la sua città natale Krivoy Rog, che sono morti dei civili e soprattutto che senza l’indignazione collettiva dell’Occidente difficilmente arriveranno i prossimi aiuti materiali, fatti di denaro e di armi. Come riporta il sito Strumenti Politici, effettivamente non si è sollevato il consueto coro di condanne contro i russi, i quali specificano di aver colpito un obiettivo militare. La vicina Polonia ha fatto alzare i caccia in volo e della questione ha parlato il suo ambasciatore. Idem per la Gran Bretagna. Dalla Francia è arrivato un comunicato tardivo e non troppo accorato per voce di Macron, uno dei principali sostenitori di Zelensky soprattutto con gesti plateali come baci e abbracci. Pure la Germania non ha praticamente lanciato alcun messaggio di riprovazione verso Mosca né di appoggio a Kiev.
Dagli USA invece Zelensky ritiene di aver ricevuto quasi uno schiaffo morale, perché l’ambasciatrice americana a Kiev ha scritto dei post troppo vaghi e per nulla accusatori contro la Russia. In passato invece, era solita scagliarsi contro il Cremlino per azioni militari di portata inferiore a quella in questione. Fra gli alleati più importanti, quelli che forniscono l’esercito ucraino di carrarmati T-64 e i caccia F-16, hanno espresso una condanna esplicita soltanto la Repubblica Ceca e l’Olanda. I messaggi più forti sono arrivati invece dagli Stati piccoli come l’Estonia o la Lituania, o da quelli che nemmeno fanno parte della NATO o della UE come la Moldavia. Ha espresso il suo biasimo anche l’ex premier estone Kaja Kallas, ora Alto commissario dell’Unione Europea.