Attualità - 08 aprile 2025, 11:10

Resta al palo la riqualificazione dell'area ex Berto-Lamet, dopo 7 anni di promesse

Nel 2018 approvato il progetto di recupero del sito di Torino sud: al momento nessuna certezza sull'avvio lavori

Resta al palo la riqualificazione dell'area ex Berto-Lamet

Resta al palo la riqualificazione dell'area ex Berto-Lamet

Dopo sette anni di promesse resta al palo, almeno per il momento, la riqualificazione dell'area ex Berto-Lamet di Torino sud. La doccia fredda per i residenti di Strada del Portone è arrivata per bocca dell'assessorato all'Urbanistica, rispondendo a due interpellanze della capogruppo comunale di Forza Italia Federica Scanderebech. 

Recupero approvato nel 2018

Il sito di 77mila mq situata alle spalle dell'ex campo rom di corso Tazzoli avrebbe dovuto essere oggetto di un progetto di recupero approvato nel 2018. Gli edifici industriali, costruiti a partire dalla fine degli anni ’50, sono dismessi e inutilizzati a partire dal 2010.

Il progetto

La proposta originale prevedeva di realizzare palazzine residenziali, un ristorante, un’area verde, parcheggi interrati, nuove strade di collegamento al quartiere e una pista ciclabile. 

Nuova scadenza

L'inizio dei lavori, come hanno chiarito dagli uffici, era fissato entro il "3 marzo 2024", ma secondo legge la proprietà si è avvalsa del diritto di proroga di trenta mesi. Il nuovo termine per l'avvio del cantiere è fissato quindi al prossimo 3 settembre 2025. 

"Al momento - hanno poi aggiunto dal Comune - non risulta presentato il progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione, presupposto necessario per l'approvazione dello stesso e l'esecuzione delle opere".

Scanderebech (FI): "Rischio di discariche illegali e microcriminalità"

"I residenti -ha replicato Scanderebech (FI) - da tempo denunciano il rischio di discariche illegali e microcriminalità. È preoccupante che il Comune non fornisca un cronoprogramma che illustri la situazione del cantiere ai cittadini, quando invece dovrebbe monitorarla  e favorire il rispetto delle tempistiche, visto il danno che ne potrebbe ulteriormente derivare anche dal punto di vista sociale, considerando il concreto rischio di occupazioni abusive dell’area.

Cinzia Gatti

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