Cronaca - 07 aprile 2025, 07:50

Da Cuba a Panama per frodare il fisco per oltre 9 milioni di euro: coinvolti due imprenditori torinesi

L'indagine, denominata "Cuba Libre", ha coinvolto in tutto 7 società, 8 le persone indagate

Da Cuba a Panama per frodare il fisco per oltre 9 milioni di euro: coinvolti due imprenditori torinesi

La Guardia di Finanza di Torino ha portato a termine un’indagine, denominata “Cuba Libre”, che ha coinvolto 7 società e 8 persone, accusate di aver messo in atto un complesso sistema di frode fiscale. Questo meccanismo avrebbe permesso di sottrarre al Fisco circa 6 milioni di euro, generando un risparmio illecito d’imposta di circa 1,5 milioni di euro e spostando capitali verso Paesi a fiscalità agevolata.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e condotta dal secondo Nucleo Operativo Metropolitano, è partita da accertamenti su due imprenditori torinesi. Attraverso due società di diritto inglese, create esclusivamente per emettere fatture relative a operazioni inesistenti a favore di soggetti italiani, i due avrebbero nascosto redditi generati in Italia.

Le attività investigative – che hanno incluso perquisizioni domiciliari e informatiche, sopralluoghi e l’analisi di operazioni sospette – hanno permesso di raccogliere elementi utili a delineare un quadro accusatorio. Oltre alle due società britanniche, è risultata coinvolta anche un’azienda panamense, creata dagli stessi promotori della frode per occultare i proventi all’Amministrazione finanziaria.

Secondo quanto emerso, una società torinese operante nel commercio di prodotti informatici vendeva merce a clienti a Cuba utilizzando come intermediari le due società inglesi e la società panamense, tutte riconducibili agli indagati principali.

Il sistema prevedeva che la società torinese emettesse fatture per operazioni fittizie a un valore inferiore a quello reale verso le società inglesi (primo passaggio). Queste, a loro volta, fatturavano alla società panamense (secondo passaggio), che infine emetteva le fatture ai clienti cubani con l’importo reale della merce. I pagamenti venivano accreditati sui conti correnti dei principali indagati. Tuttavia, la merce seguiva un percorso diverso da quello documentale: partiva direttamente dall’Italia per raggiungere Cuba, senza transitare nel Regno Unito né a Panama.

Questo schema, basato sulla sottofatturazione verso società estere create ad hoc, ha permesso alla società torinese di risparmiare illecitamente circa 1,5 milioni di euro di IRES, non dichiarando ricavi per quasi 6 milioni di euro. Sono emerse inoltre altre violazioni fiscali, riconducibili a tre persone fisiche e tre società legate alla frode, per un totale superiore a 3 milioni di euro.

In totale, otto persone sono state denunciate all’Autorità giudiziaria per reati tributari relativi all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

I due principali indagati, dopo gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate basati sugli esiti delle attività della Guardia di Finanza, hanno già versato al Fisco 1,7 milioni di euro, comprensivi di interessi e sanzioni.

Nel corso delle indagini, grazie all’analisi del materiale informatico acquisito, sono emersi gravi indizi anche a carico di un’ulteriore persona, denunciata per presunta estorsione: avrebbe minacciato i due principali indagati per ottenere la restituzione di una somma di denaro precedentemente prestata, minacciando di divulgare documenti che avrebbero potuto avere conseguenze penali e patrimoniali per loro.

 

redazione

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