“Su 92 case di comunità, di cui 82 realizzate con fondi Pnrr, tre sono già state concluse: Rivoli, Arona e Trecate (No). Sono 61 gli interventi avviati e 21 quelli non ancora avviati. In 12 casi stiamo riscontrando alcuni ritardi dovuti a motivi diversi, tra cui il rispetto delle osservazioni della Soprintendenza per le strutture di oltre 70 anni”.
Lo ha comunicato l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, durante l’informativa in Commissione, presieduta da Luigi Icardi.
“Discorso simile vale per gli ospedali di comunità - ha proseguito - su 30 interventi, di cui 27 finanziati dal Pnrr, 19 sono già avviati e 8 in attesa di partenza. Anche in questo caso registriamo criticità in 8 realtà. Per quanto riguarda le centrali operative territoriali (Cot) siamo al 100% di progettazione definitiva e il 98% di contratti firmati, con il 100% degli obiettivi fissati dai contratti istituzionali di sviluppo”.
Diversi gli interventi di chiarimento da parte dei consiglieri. Sarah Disabato (M5s) ha espresso preoccupazione per “un quadro che potrebbe diventare da leggermente critico a allarmante. Ci sono 20 strutture che potrebbero realmente sforare la tempistica del 2026”. Monica Canalis (Pd) ha chiesto “se questi ritardi sono imputabili ai manager delle Asl perché ci sono delle criticità che si concentrano in alcuni distretti”. I colleghi Gianna Pentenero, Alberto Avetta, Fabio Isnardi e Domenico Ravetti si sono concentrati sui diversi interventi di Leinì, Caluso, Casale Monferrato, Valenza e Villanova d’Asti.
Infine “il motivo per cui si è scelto di intervenire su strutture vincolate dalla Soprintendenza” è stata la richiesta di Vittoria Nallo (Sue).
“Per ottenere il 100% dei finanziamenti è sufficiente concludere il 75% delle opere e su questo siamo in linea - ha rassicurato Riboldi - chiunque si sia occupato di opere pubbliche sa che ci sono sempre queste difficoltà. In alcune aree si sono concentrate criticità, ma non mi sento di dare responsabilità ai manager locali. Stiamo operando con buonsenso, costruendo strutture nuove e recuperando le esistenti, che se più vecchie di 70 anni sono sempre vincolate. Un criterio che ci chiede il Pnrr stesso, altrimenti continueremo a trovarci il problema di strutture abbandonate nei centri delle città”.
Nella prima parte della Commissione, Riboldi ha svolto un’altra informativa sull’acquisizione del 2,5% di quote societarie di Amos Scrl da parte di Azienda Zero.
“Siamo alle battute finali dell’iter - ha spiegato - Amos è un consorzio totalmente a partecipazione pubblica e opera come società “in house”. Fornisce beni e servizi in ambito sanitario e strutture ospedaliere. Spesso facciamo gare di appalto che vengono affidate ai privati, il regime dell’in house ci consente di avere risparmi importanti rispetto al mercato, nell’ottica di efficacia ed economicità. Il denaro risparmiato potrà essere destinato alla spesa clinica. Per questo vogliamo operare anche al di fuori delle cinque aziende consorziate per acquisire servizi di ristoro, pulizie, lavanderia, barellaggio, sicurezza. Non ci interessa, invece, affidare i servizi clinici”. Gli interventi di Pentenero, Ravetti e Mauro Salizzoni (Pd), Disabato (M5s), Valentina Cera e Giulia Marro (Avs) si sono concentrati sui rapporti contrattuali che intercorreranno tra Amos e Azienda Zero e sulle garanzie dei lavoratori, che già oggi segnalano casi di “dumping salariale”.
Icardi ha ricordato che “per quanto riguarda i problemi contrattuali, la turnazione 6 giorni su 7 è stata applicata in maniera retroattiva e questo ha generato alcuni problemi. Ma si tratta di una dinamica che non ha nulla a che vedere con Azienda Zero, ma fa parte dei rapporti interni di Amos, su cui vigileremo”.
“Chiederemo a chi si occupa di controllo analogo di verificare puntualmente il servizio. Amos opera già sui numeri 112, 118, 116 e 117 a Cuneo. La stessa cosa succederà altrove, per i lavoratori non cambierà nulla. Il fatto che Azienda Zero acquisisca delle quote è garanzia di maggior controllo anche sui contratti dei lavoratori. Non intendiamo operare con medici e infermieri di Amos, perché riteniamo che queste competenze vadano internalizzate”, ha concluso Riboldi.