Eventi - 29 marzo 2025, 18:43

A Grugliasco i sindaci degli ultimi 30 anni riuniti per parlare di "Periferie Liquide"

L'occasione è stata la presentazione del testo curato da Monica Buonanno che ripercorre i risultati straordinari raggiunti in alcune periferie italiane

Per la prima volta dopo tanti anni, ieri sera, venerdì 28 marzo, si sono ritrovati, al teatro Perempruner di Grugliasco, i sindaci che hanno amministrato la città di Grugliasco negli ultimi 30 anni e che hanno fortemente voluto e lavorato per la realizzazione del Polo Scientifico Universitario nell'area che fu sede dell'ospedale psichiatrico. Mariano Turigliatto (1994-2002), Marcello Mazzù (2002-2012), Roberto Montà (2012-2022) ed Emanuele Gaito, primo cittadino dal 2022.

L'occasione è stata la presentazione del libro “Periferie Liquide”, curato da Monica Buonanno (Armando De Nigris Editore), che ripercorre i risultati straordinari raggiunti in alcune periferie italiane, attraverso le voci di chi ci vive o ci ha vissuto. Tra le località citate, insieme a Genova con il Settore 9 di Begato, a Palermo con lo Zen, a Roma con il Cordiale, ad Arzano, a Milano con Rogoredo e a Torino con Barriera di Milano, c'è anche Grugliasco, unica città rappresentata in mezzo a molti quartieri di città più grandi. L'esperienza è descritta nel racconto “Grugliasco – il terrazzo sul futuro” di Pietro Viotti, moderatore della serata e già assessore delle giunte di tre dei sindaci, protagonisti della serata insieme a Gaito e, naturalmente, all'autrice del volume.

Assessore alle politiche sociali dal 2017 al 2022 nella giunta De Magistris a Napoli, Monica Buonanno ha seguito da vicino le vicende di Scampia e dell'abbattimento della “Vela Verde”: «È importante parlare di periferie, argomento che oggi è molto di moda,  ma è importante farlo a partire dall'esperienza fatta sulle proprie spalle e qui con noi questa sera ci sono persone che si sono occupate attivamente di governare le periferie e le comunità. Il titolo “Periferie liquide” nasce dalla constatazione che le periferie non sono più quelle di prima del Covid. Erano luoghi geograficamente definiti, ai margini delle città con indicatori e indici di disagio e marginalizzazione più o meno elevati.Il Covid ci ha fatto vedere che non è proprio così e che gli stessi indicatori di disagio adesso sono anche nei centri urbani, dove troviamo problemi legati al lavoro, disagio sociale, povertà educativa, di formazione e di istruzione. I Comuni sono l'avamposto e la vera frontiera tra i cittadini e la pubblica amministrazione, perché l'Italia è il paese dei campanili. Questo libro è un viaggio nella pancia del nostro paese e il suo racconto è affidato a persone che hanno vissuto i singoli luoghi e vi hanno operato, proprio come nel caso di Grugliasco».

Accanto ai singoli racconti, ci sono foto, intermezzi dedicati alla condizione delle donne, del lavoro, del diritto all'abitare e della paesaggistica urbana nelle periferie, e, nel caso di Grugliasco, i qr-code con le interviste dei quattro sindaci, che possono essere quindi ascoltate.

Prima di lasciare la parola ai sindaci di ieri e di oggi, Viotti illustra il racconto grugliaschese, quello di un cittadino che si trova a vedere dalla propria finestra un'area agricola trasformata da un cantiere e, incuriosito si chiede cosa sia e scopre che è il frutto di una rete di relazioni, di rapporti talvolta complicati, e di accordi tra istituzioni con l'unico obiettivo di portare nella sua città l'Università.

Mariano Turigliatto, sindaco dal 1994 al 2002, racconta come è nato l'arrivo dell'Università a Grugliasco, ripercorrendo la situazione dell'epoca, ossia di una città in ginocchio a seguito del caso di tangenti che aveva investito la realizzazione del centro commerciale le Gru: «La macchina comunale era distrutta e bisognava ricostruirne la credibilità. Scelsi abbastanza in solitudine di chiedere a Guido Laganà di fare l'assessore all'urbanistica e a quell'epoca c'era l'esigenza di spostare gli orti urbani e dare ad agraria, secondo un accordo precedente, uno spazio per le colture sperimentali. Incontrando l'Università abbiamo capito che avevano esigenza di un piano edilizio corposo che svecchiasse le loro strutture e per noi è stata una manna dal cielo, con le fabbriche che chiudevano e la crisi del commercio in atto. Questo ci consentiva di disegnare un futuro per la città diverso da quello di una periferia urbana operaia che avevamo vissuto fino ad allora. La collaborazione con l'Università ci ha dato la possibilità di qualificare i servizi comunali che hanno iniziato a lavorare per far diventare Grugliasco una città universitaria». Il primo accordo di programma è del 1999 e prevede che in cambio di un miliardo e 40 milioni di lire il Comune progetti il nuovo insediamento universitario. Prima si sposta Agraria e poi Veterinaria. Le ricadute sulla città sono molte: Villa Claretta prima privata viene destinata a residenza per le Olimpiadi del 2006 e poi Universitaria, si sposta il Poliambulatorio per fare spazio all'università.

Marcello Mazzù, sindaco dal 2002 al 2012, ricorda il clima politico di quegli anni con la decisione di unire l'esperienza delle liste civiche ai partiti istituzionali che erano passati attraverso la crisi indotta dalla vicenda Le Gru. «La storia dell'Università è una staffetta tra noi quattro: noi ci siamo passati il testimone; hanno anche cercato di buttarci fuori dalla corsia, ma abbiamo tenuto. Ci sono state la resistenza di parte dei professori universitari per il dover venire in periferia, le mutate esigenze i cambiamenti per la pianificazione degli edifici, la resistenza anche del contesto amministrativo, c'è stato un blocco anche di quel tipo, ma con caparbietà abbiamo sempre tenuto la barra dritta. L'abbiamo inaugurata nel 2003 ed è cominciato un rapporto sempre più stretto con l'Università  a 360 gradi aiuto. Ricordo la presenza dei docenti universitari nelle scuole elementari per spiegare cose è l'agricoltura, l'appoggio costante per l'evoluzione del campus, il bollino blu di Veterinaria, il centro più importante di innovazione di Agraria, le delegazioni dalla Cina e da altri paesi esteri». E gli effetti, i cambiamenti sulla città continuano: riqualificazione delle scuole, maggiore offerta di asili nido, il popolamento del parco Le Serre, la crescita delle associazioni, il raddoppio della piscina, la riqualificazione di Borgata Paradiso, crescono le associazioni: «Abbiamo fatto tutto nell'ottica dell'arrivo dell'Università e il tema è diventato di tutta la città metropolitana. Qualche errore è stato fatto, come per la progettazione della metropolitana: è agli occhi di tutti che se la stazione Paradiso fosse stata vicino alla fermata ferroviaria avremmo avuto un interscambio».

Roberto Montà (2012-2022) interviene ricordando di aver messo la prima pietra dell'Università: «L'obiettivo è sempre stato cambiare l'identità di una città. Nelle periferie si portano le cose che gli altri non vogliono, fabbriche, case popolari, inceneritore, l'idea di innestare qualcosa che portava a un cambiamento positivo è un grande cambio di paradigma, solo che non si gioca da soli. Ho avuto il piacere di lavorare con due Rettori che nel loro programma avevano di non fare l'Università a Grugliasco per tutta una serie di ragioni che venivano dal fatto che le perle della corona stanno al centro e fuori si mette altro. La sfida è stata provare a convincerli che era progetto che aveva un valore aggiunto per loro che non sarebbero stati negli spazi angusti che avevano fino ad allora, ma anche che una  media città addossata a Torino potesse essere un luogo più ospitale non solo per la quantità di terreno a disposizione ma perché la città si è preparata in vent'anni per creare la condizione e gli elementi abilitanti all'insediamento. Abbiamo cercato di far capire che qui avevamo creato delle condizioni apposite. È una sfida molto alta che va gestita con la stessa visione non credo che dobbiamo aver paura perché è vero che la comparsa dell'Università ci cambia i connotati, ma anche noi possiamo cambiare i loro. La popolazione può trovare qui dei valori, dei saperi. Attraverso i saperi si cambiano i connotati alla città portandosi dietro i cittadini. La città si è messa al servizio di un progetto più generale. Facendo questo Grugliasco completerà l'insediamento. Sicuramente qualche sofferenza e condizionamento ci sarà, ma la traiettoria che ho sempre immaginato è che le prossime generazioni staranno in una città che ha fatto una scelta di campo a favore dei saperi, dell'innovazione, della cultura non perdendo le radici e i valori che l'hanno contraddistinta».

Emanuele Gaito, attuale sindaco sarà colui che taglierà il nastro conclude gli interventi: «Si sta cercando di capire quali sono le politiche che si possono mettere in campo per governare l'arrivo dell'Università e per questo si è creata una cabina di regia interna al Comune con gli assessorati e la struttura tecnica. Dobbiamo creare le condizioni perché l'ampliamento del polo scientifico sia vissuto davvero dalla comunità. Siamo davvero prossimi alla fine del cantiere, che è un'operazione da 200milioni di euro e dobbiamo immaginare di fare un vero e proprio piano di azione per governare il processo che ha delle difficoltà. Ad esempio tantissimi cercano casa a Grugliasco e abbiamo costi tra i più alti al metro quadro e dobbiamo capire come governare questo fenomeno sapendo che non è semplice. Piano piano il cambiamento avverrà per le dinamiche sociali non facilmente governabili, ma ci sono esigenze del territorio che non bisogna perdere, attraverso la memoria dei luoghi della città, che intendiamo valorizzare. Da parte dell'Università c'è sempre stata disponibilità per lavorare insieme. Occorrerà capire come far vivere i luoghi di Grugliasco agli studenti, ai docenti, ai ricercatori. Questo è molto importante, visto che la zona universitaria  è a ridosso di Borgata Paradiso e deve prevedere una integrazione rispetto al centro storico. Si sta mettendo in piedi un piano chioschi, ci sarà un parco pubblico che dovrà essere vissuto. L'università ci ha manifestato la difficoltà degli studenti di rimanere a Grugliasco dopo l'orario di lezione: dovremo dare risposta anche a questa esigenza. Mi piacerebbe avere il coinvolgimento della cittadinanza per far comprendere che è l'Università è un'opportunità straordinaria e farla vivere come se fosse nella nostra pelle di  grugliaschesi. L'idea è di coinvolgere non solo i contesti organizzati ma i cittadini singoli, per farli integrare con la realtà universitaria. Mi capita di avere richieste di sinergie da realtà di Grugliasco con gli spazi universitari e la risposta da parte dell'Università è sempre stata positiva, quindi finalmente il terreno è fertile e spero di farlo fruttare al meglio».

Una serata all'insegna della spinta alla partecipazione della comunità allietata dagli intermezzi musicali di Giorgio Gaber interpretati da Luciano De Blasi e I Sui Generis, molto apprezzati dal numeroso pubblico in sala.

comunicato stampa

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