La crisi di Mirafiori ha il volto di Dora Turturru, da 35 anni operaia della Carrozzeria dello storico stabilimento Stellantis ed costretta da tempo a convivere con gli ammortizzatori sociali. Sessantun anni a fine anno, residente a Nichelino, questa mattina ha voluto esserci alla manifestazione davanti alla Porta Due promossa da M5S e Sinistra Italiana - che all'Europarlamento sono riuniti nel gruppo Left - per lanciare un messaggio: "Sono qui per il lavoro, perché Mirafiori resti aperta".
"Lavoro un giorno al mese"
Ma cosa vuole dire essere in cassa integrazione? "Sto lavorando - racconta la lavoratrice - un giorno al mese: uno settembre, uno a ottobre e poi sono stata richiamata un giorno a febbraio 2025". In questi trentacinque anni ha visto il cambiamento, in peggio, dello stabilimento ex Fiat di Mirafiori.
"È tutto buio e lugubre"
"Prima qui - racconta, indicando la Porta Due - c'erano tantissime persone: era pieno di macchine ed operai. Adesso è vuoto: dentro è lugubre e non c'è vita. È tutto buio e c'è pochissima gente: mi viene l'angoscia, prima era un fiume di persone anche all'uscita, mentre ora siamo rimasti in pochi".
"Bisogna fare investimenti"
Per lei la pensione è vicina, ma non così tanto. A fine anno compie 61 anni: con le attuali leggi, le mancano sei anni per ritirarsi dal lavoro. E se chiedi a lei, che negli anni ha visto cambiare dirigenza e tipo di auto prodotte, quale sia la soluzione per il rilancio di Mirafiori, risponde in maniera chiara.
"Bisogna fare investimenti e devono arrivare nuovi modelli: la 500 ibrida non basta per tenere in piedi Mirafiori". Da tempo non entrano giovani leve: a memoria di Dora le ultime assunzioni importanti numericamente risalgano al 2008. "Sono qui a Mirafiori per far sì che resti aperta", conclude.