Economia e lavoro - 21 marzo 2025, 07:00

Proctologia: di quali patologie si occupa e quando sottoporsi a una visita

Diarrea frequente e prolungata, dolori addominali e sanguinamenti anali sono sintomi riconducibili a varie problematiche e patologie, comprese quelle di competenza della proctologia.

Proctologia: di quali patologie si occupa e quando sottoporsi a una visita

Diarrea frequente e prolungata, dolori addominali e sanguinamenti anali sono sintomi riconducibili a varie problematiche e patologie, comprese quelle di competenza della proctologia. Questa branca della medicina si occupa, in particolare, di tutti i problemi a carico del colon-retto e dell’ano, dalle emorroidi al prolasso rettale, passando per il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile e via dicendo.

Capire quando è necessario sottoporsi a una visita di proctologia è indispensabile per individuare il prima possibile il problema e ottenere una terapia mirata, evitando che la situazione peggiori e diventi cronico e/o invalidante. Andiamo ad approfondire l’argomento e cerchiamo di capire quando è opportuno rivolgersi a un proctologo.

Proctologia: di cosa si occupa

Il termine proctologia deriva dal greco procto, che significa ano, e logos, discorso. Nello specifico, fa riferimento a una branca della medicina specialistica che si occupa dei disturbi legati al tratto gastrointestinale inferiore.

Il medico specializzato in tale disciplina, il proctologo, si occupa, attraverso visite ed esami mirati, della diagnosi e della cura delle patologie a carico di questa parte dell’organismo. Le patologie di sua competenza sono numerose e, tra le principali, rientrano:

  •  e emorroidi;
  • la sindrome del colon irritabile;
  • le ragadi anali;
  • le fistole anali;
  • la diverticolite;
  • i polipi intestinali;
  • il prolasso rettale;
  • il morbo di Crohn e le altre Mici.

A queste si affiancano poi alcune patologie rare, come il melanoma anale e l’ulcera solitaria del retto.

Data la grande varietà di malattie che possono colpire il tratto colon-retto e l’ano, e la presenza di patologie anche piuttosto serie, è molto importante, in presenza di sintomi specifici e prolungati, contattare prontamente uno specialista del settore.

Quando effettuare una visita di proctologia

I sintomi da tenere sotto controllo e che potrebbero far pensare a problemi legati al colon, al retto o all’ano sono svariati e includono:

  • sanguinamento anale;
  • dolore anale che perdura nel tempo;
  • dolori addominali frequenti e prolungati;
  • diarrea prolungata o, al contrario, costipazione;
  • difficoltà a defecare;
  • presenza di muco nelle feci.

Sebbene tutti questi sintomi siano piuttosto comuni, laddove risultassero particolarmente intensi, frequenti o comunque non si risolvessero in autonomia in breve tempo, sarebbe opportuno consultare il proprio medico di base, il quale provvederà a indirizzare verso lo specialista giusto, oppure direttamente un proctologo.

In cosa consiste la visita

La visita proctologica si suddivide in due fasi:

  • l’anamnesi: in questa prima fase il medico discorre con il paziente e consulta eventuali cartelle cliniche e analisi già effettuate, cercando di ricavare quanti più dati possibili sulla sua salute, condizione generale, sintomatologia e via dicendo;
  • l’esame obiettivo, ovvero la visita vera e propria: terminata l’anamnesi, il medico effettua un’ispezione esterna della regione anale, quindi una digitale interna e infine un’anorettoscopia.

Terminata la visita, la cui durata è di una trentina di minuti, effettua una prima diagnosi e, se opportuno, richiede al paziente di sottoporsi a ulteriori esami di accertamento. Tra questi possono rientrare ecografie, tac (Tc), colonscopia ed esami di sangue, feci e urina.

Richy Garino

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