Economia e lavoro - 14 marzo 2025, 18:45

Piano Ue e tavolo automotive a Roma, per filiera e sindacati solo piccoli passi avanzi. Tronzano: "Un aiuto dalle banche per i prossimi due anni"

Vertice al Mimit con il ministro Urso, che ha ribadito 2,5 miliardi fino al 2027 per la componentistica. Ma i rappresentanti dei lavoratori chiedono di più

Alcune immagini del tavolo sull'automotive convocato a Roma

Alcune immagini del tavolo sull'automotive convocato a Roma

Circa 1,6 miliardi di euro per il settore auto e altri due miliardi e mezzo (entro il 2027) per la riqualificazione delle aziende della componentistica. Ma nessuna nuova risorsa per il fondo per l'acquisto dell'auto. Sono questi i tre punti messi in luce dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione del Tavolo sull'automotive convocato questo pomeriggio a Roma, presso il Mimit.

Un vertice che ha visto intorno al tavolo, ancora una volta, sindacati e rappresentanti della filiera dell'auto. Il ministro ha ribadito anche quanto fatto a livello europeo, in termini di sensibilizzazione per la modifica di alcune delle regole che l'Unione Europea voleva deliberare: dalla sospensione delle multe, alla revisione del regolamento Co2, fino a un approccio meno rigido e punitivo e un’impostazione flessibile. Urso ha anche sottolineato che, comunque, manca ancora la centralità della neutralità tecnologica, la revisione del calcolo delle emissioni e un fondo UE a sostegno di imprese e lavoratori.
Insomma, di strada da percorrere ce n'è ancora. E non poca.

Tronzano: "Ora un aiuto dalle banche per i prossimi due anni"

A portare la voce del territorio, è intervenuto Andrea Tronzano: “Registriamo alcuni piccoli ma utili passi avanti dalla Commissione Europea – ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive del Piemonte – tuttavia la partita decisiva si gioca sulle risorse. Governo e Regioni stanno già facendo la loro parte, ora è fondamentale che l'Unione Europea garantisca un sostegno concreto alla filiera e ai lavoratori. In questo scenario ho ritenuto importante sollecitare anche un confronto con le banche, che stanno dimostrando attenzione e disponibilità per aiutare tutte le imprese, incluse quelle più piccole, per superare i prossimi 18-24 mesi. È significativo anche il cambio di rotta di Stellantis, specialmente nei confronti della filiera italiana, che oggi può guardare al futuro con maggiore fiducia rispetto a qualche mese fa”.

Vavassori (Anfia): "Supportare la filiera automotive europea"

La voce della filiera è quella di Roberto Vavassori, presidente di Anfia. "Abbiamo ribadito la sintonia con il MIMIT sulle azioni da proseguire in Europa per dare un’attuazione al piano d’azione proposto dalla Commissione UE che vada realmente e concretamente nella direzione di supportare la filiera automotive europea. Mitigazione delle sanzioni e revisione delle regolamentazioni per veicoli leggeri e pesanti in ottica di neutralità tecnologica saranno i temi prioritari del lavoro dei prossimi mesi".

Quanto ai fondi stanziati dal Governo, " accogliamo con favore la previsione di una misura di credito d’imposta diretto per le attività di ricerca e sviluppo. Ci impegneremo per far sì che diventi un volano di innovazione per le nostre imprese. Anfia continuerà a lavorare quotidianamente con le istituzioni nazionali ed europee per difendere e accrescere la competitività del settore automotive italiano".

Sindacati: "Risorse insufficienti, il Piano Ue non va"

Meno entusiasti i sindacati metalmeccanici, che si aspettavano qualcosa di più. "Il Piano della Commissione Europea è del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle esigenze di un comparto strategico che sta affrontando una transizione complessa e rischiosa. Non si fa altro che dire che dobbiamo governare le transizioni, ma il governo delle transizioni non si fa senza risorse", dice Il segretario generale di Fim Cisl, Ferdinando Uliano. "Nel piano, nonostante il lavoro fatto dal governo italiano e che apprezziamo, mancano le risorse necessarie a sostenere le aziende della componentistica e l’intero settore automobilistico nel processo di transizione. Risorse necessarie a tutelare l’occupazione e impedire chiusure di stabilimenti e licenziamenti. Anche le risorse messe in campo dal governo italiano e illustrate oggi al MIMIT sono insufficienti a garantire gli ammortizzatori sociali necessari a gestire la crisi del settore".

Proprio Fim ha proposto un nuovo Fondo europeo con risorse e in tempi paragonabili a quelle del Next Generation EU. "C’è il rischio, sempre più concreto di essere schiacciati dalla competizione della Cina e dai dazi imposti dagli Stati Uniti, è fondamentale un’azione politica ed economica forte e decisa". E sul fronte Stellantis, è stata ribadita la necessità di "rispettare i tempi di assegnazione e lancio dei nuovi modelli e rafforzare la strategia su Maserati".

La sospensione delle multe sulle emissioni e l’anticipo della revisione del Regolamento sono segnali positivi, ma non sufficienti. Ora servono risorse concrete: il Fondo Automotive Ue deve diventare realtà per sostenere la transizione senza penalizzare lavoratori e imprese – aggiunge Sara Rinaudo, vicesegretario generale Fismic ConfsalAl Tavolo Automotive abbiamo chiesto una riforma urgente degli ammortizzatori sociali: i lavoratori non possono affrontare questa crisi con strumenti insufficienti. Serve un sistema di sostegno equo e duraturo, integrato con politiche attive come il nuovo progetto della Regione Piemonte". E ancora: "Accogliamo con favore il piano pluriennale di 2,5 miliardi di euro nel triennio 2025-2027 per la riconversione e la riqualificazione della componentistica. È un primo passo, ma non basta. Queste risorse sono insufficienti per affrontare una trasformazione industriale di questa portata"

Negativo anche il giudizio di Antonio Spera, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici: “Il piano Ue per l’Auto, allo stato attuale, non basta: servono risorse europee adeguate a incentivare la produzione Made in Europe e un rilancio strutturale del settore con relative misure urgenti per accompagnare i lavoratori nella transizione. Senza dimenticare la necessità di fare ulteriore chiarezza sul futuro di Stellantis in Italia”.

Massimiliano Sciullo

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