Chi sono io? Questo il quesito al centro della conferenza svoltasi ieri, 13 marzo, presso il Polo del '900 nell'ambito della trentanovesima edizione di GiovedìScienza, che ha visto la neuropsicologa Francesca Garbarini ed il filosofo Alberto Voltolini in dialogo con Luigi Civalleri.
Quante volte ci interroghiamo in questo senso nel corso della vita... Ogni volta, però, ci diamo una risposta diversa, per il susseguirsi degli accadimenti ed il mutare della quotidianità, che ci spingono ad una prospettiva in costante divenire.
Coerentemente con questo, il dibattito sulla coscienza è di lunghissimo corso, essendo esordito addirittura nel VI secolo con Alcmeone di Crotone fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui nessuno è riuscito ancora a trovare la sua "impronta" nel cervello. Vi è una parte di coscienza che è quella che ci permette di reagire "fisicamente" agli stimoli, quali ad esempio il dolore, ed un'altra che ci dà la consapevolezza di ciò che stiamo vivendo.
I dati più interessanti ottenuti in numerosi anni di studi scientifici sulla coscienza provengono dall'osservazione di situazioni patologiche dovuti a danni sulle sue funzioni, e confermano la mancanza di unicità nella definizione della coscienza stessa.
Del resto, la complessità dell'uomo è cosa risaputa, e la coscienza, in qualche maniera, la rispecchia. L'intreccio fra Neuroscienze e Filosofia non potrà che aiutare, nel futuro.