Cronaca - 08 marzo 2025, 12:55

Un'altra tragedia sul lavoro: a Leini un operaio cade dal tetto di un capannone in ristrutturazione. Inutile la corsa in ospedale

A soccorrerlo, nella serata di ieri, alcuni colleghi che lo hanno portato al pronto soccorso. Ma le gravissime lesioni gli sono state fatali al 35enne

Un operaio è morto a Leini nella serata di ieri dopo una caduta

Un operaio è morto a Leini nella serata di ieri dopo una caduta

Ancora una tragedia sul lavoro. Si è verificata nella serata di ieri, a Leini, alle porte di Torino. La vittima è un operaio deceduto in ospedale dopo essere precipitato per una decina di metri dal tetto di un capannone in ristrutturazione. 

Subito soccorso, l’uomo è stato trasportato da alcuni colleghi in ospedale a Torino, dove è poi deceduto per le gravi lesioni riportate. Sul posto, per accertare l’esatta dinamica dell’accaduto, i carabinieri e i tecnici dello Spresal. Secondo il primo racconto dei colleghi l’operaio sarebbe caduto in casa, ma le ferite riscontrate sul corpo sarebbero risultate non compatibili con la versione fornita. 

Il capannone è stato sequestrato e in giornata saranno eseguiti altri sopralluoghi.

"Ramadan Ragarb Alaa Abdelkarim era un cittadino egiziano ed è purtroppo un altro dei tanti operai morti in un cantiere, in un subappalto del nostro territorio: a tutti gli effetti, siamo davanti all’ennesima tragedia che era evitabile fin dall’inizio. In Piemonte, nel 2024, ci sono stati 67 infortuni mortali, di cui ben 31 a Torino e provincia. I motivi sono sempre gli stessi: sicurezza ignorata, regole eluse, responsabilità scaricate", dicono da Cgil.

Sarah Pantò, Segreteria CGIL Torino: “A questa vittima sul lavoro per due volte non è stata riconosciuta la dignità che meritava: in primo luogo, quella che gli spettava mentre lavorava senza le giuste condizioni di sicurezza, e in un secondo momento quella che gli spettava quando è stato abbandonato al pronto soccorso di un ospedale dai suoi colleghi che hanno finto un incidente domestico, nascondendo un infortuni.

Non serve piangere dopo ogni morto, servono controlli, pene severe e, soprattutto, un cambio di mentalità. Bisogna scardinare la logica del profitto e mettere la qualità del lavoro e la dignità di lavoratrici e lavoratori al primo posto, sul territorio torinese così come in tutt’Italia
”.

redazione

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