Cronaca - 08 marzo 2025, 16:26

"Non Una di meno", per l'8 marzo protesta al Carrefour e uova di vernice contro la sede Leonardo

La protesta è iniziata questa mattina all'Università di Torino per poi proseguire in altre tappe. Si chiude in piazza XVIII dicembre

protesta con striscione all'interno di un supermercato

Protesta in occasione della giornata dell'8 marzo

Uova di vernice contro la sede torinese di Leonardo, in corso Francia. Prosegue così la giornata di protesta organizzata da Non Una di Meno in occasione della giornata dell'8 marzo. Una serie di manifestazioni iniziate questa mattina nell'ambito di "Lotto, boicotto, sciopero".

Hanno cominciato alle 10 di questa mattina presso il rettorato dell'Università di Torino per protestare contro il precariato. Un'ora dopo, presso la fermata della metro di "Montegrappa", il mirino si è spostato sul carovita e in particolare ha riguardato una delle sedi torinesi di Carrefour.

Nel pomeriggio, il programma prevedeva appunto di arrivare in piazza Massaua, poco distante dalla sede torinese di Leonardo. In questo caso, la protesta è contro quella che viene definita l'industria della guerra.

Alcuni manifestanti hanno raggiunto la sede di Leonardo lanciando uova di vernice viola contro il cordone di polizia posto a protezione dei cancelli dell’azienda aerospaziale. ‘Se le nostre vite non valgono noi scioperiamo’ recita lo striscione che ha aperto il corteo.

La chiusura è stata prevista in piazza XVIII dicembre contro la violenza patriarcale.

Arriva poi una nota del sindacato di Polizia del Siulp, a margine dei disordini: "I soliti noti dei centri sociali hanno pensato bene di trasformarla nell’ennesima occasione per scaricare la loro rabbia sulle Forze dell’Ordine. Davanti ai cancelli degli stabilimenti “Leonardo”, hanno lanciato palloncini pieni di vernice sui poliziotti e sui loro mezzi, che poi sono stati ulteriormente vandalizzati. E la cosa più grave? Gli agenti, pur subendo questa aggressione, non hanno potuto reagire. Perché? Perché in prima fila, ben calcolata e piazzata strategicamente, c’era una barriera di donne. Di fronte a questo squallido stratagemma, i cordoni di sicurezza sono stati costretti a subire in silenzio senza poter intervenire, sebbene queste gentili signore fossero agguerrite forse più dei maschi. Perché sia chiaro: se i poliziotti avessero usato gli sfollagente per disperdere questa orda di barbari, si sarebbero ritrovati sul banco mediatico ( e non solo) degli “imputati” nel giro di poche ore. A questo punto, più che la tuta da ordine pubblico converrebbe equipaggiarsi con tute da decoratori, perché ridurre la Polizia a bersaglio impunito di questi delinquenti è qualcosa di inaccettabile e vergognoso. Non solo si calpesta il rispetto per chi garantisce la sicurezza, ma si umilia lo Stato stesso nella sua autorità e nella sua dignità. Fino a quando dovremo sopportare questa farsa? Fino a quando la Polizia dovrà essere il bersaglio di chi predica democrazia e libertà solo quando fa comodo? Forse per qualcuno è solo uno spettacolo, ma per le Forze dell’Ordine è una situazione ormai insostenibile. Gli autori? I soliti centri sociali, ( Non una di meno e Askatasuna) quelli che, come sempre, la passeranno liscia, perché in questo Paese per qualcuno è solo un gioco. Ma chiariamolo subito: noi a questo gioco non ci stiamo".

Massimiliano Sciullo

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