Sette partigiani uccisi per rappresaglia dai nazifascisti il 10 marzo 1945 al Ponte Chisone di Pinerolo: per ricordare questo tragico evento la sezione Anpi cittadina, in collaborazione con le altre sezioni del Pinerolese, propone nuovamente una cerimonia commemorativa domani, sabato 8 marzo, alle 10,30.
“Questa manifestazione una volta la organizzava don Francesco Granero, il parroco che ha confessato e dato la comunione ai partigiani condannati a morte. Quando è mancato, abbiamo iniziato a pensarci noi come Anpi di Pinerolo – spiega il presidente Riccardo Vercelli –. Davanti alla lapide invitiamo sempre il sindaco di Pinerolo e, tra gli altri, vengono sempre i parenti dei Genre, di Pomaretto, e il sindaco pomarino Danilo Breusa.”
Era un periodo sicuramente cruento. Nella zona di Garzigliana erano stati catturati dei nazifascisti ed era iniziata una trattativa per uno scambio. Ma poi è successo qualcosa che ha fatto saltare l’accordo. “Il 3 marzo 1945 sul tram che da Pinerolo andava a Perosa, utilizzato dalle maestranze per andare a lavorare ma anche dai fascisti per portare su le truppe e fare i rastrellamenti in Val Chisone, scoppia una bomba messa da un partigiano all’altezza di San Germano Chisone e muoiono 7 tedeschi. E da lì inizia la rappresaglia dei nazifascisti” racconta Vercelli.
I tedeschi uccidono una serie di civili tra Pinerolo e San Secondo di Pinerolo e saccheggiano delle botteghe. Il 6 marzo i partigiani Riccardo Gatto, Renato Peyrot e Guido Ricca vengono uccisi alla stazione ferroviaria di Pinerolo.
Alcuni giorni dopo, il 10 marzo, i fratelli Ugo e Gino Genre, Luigi Palombini, Luigi Monnet, Mario Lossani, Raffaele Giallorenzo e Francesco Salvioli vengono condotti sul ponte Chisone e fucilati per mano tedesca. In quel punto verrà collocata una lapide per ricordare il loro martirio.