Il Teatro Regio entra per la prima volta in carcere: un'edizione ridotta di "Rigoletto" di Giuseppe Verdi, in una versione curata da Vittorio Sabadin, sarà infatti portata in scena all'interno della Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno" il prossimo lunedì, 10 marzo, alle 16.30.
Un momento speciale grazie al quale 80 detenuti potranno godersi un'opera capace - proprio in questi giorni - di far registrare il pienone in tutte le serate programmate al Regio, comprese l'anteprima Giovani e le due recite riservate alle scuole.
"Un teatro aperto alla Città"
"Un'iniziativa molto bella che ci rende orgogliosi", racconta il sovrintendente del teatro, Mathieu Jouvin, "un po' perché per noi è inedita, un po' perché il Regio che immagino e che voglio è esattamente questo non solo un teatro aperto alla Città, ma un teatro che diventa esso stesso un attore cittadino, capace di restituire alla cittadinanza - proprio portando fuori la propria arte - quanto riceve di contributi". Un concetto ribadito da Michele Coppola, vicepresidente della Fondazione Teatro Regio: "Il Regio - ha detto - si conferma punto di riferimento per la Città, un aggregatore sociale per l'intera comunità".
Avvicinare il Regio alla città, dunque, ma anche il carcere alla città, come spiega Elena Lombardi Vallauri, direttrice della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno: "Il nostro obiettivo è sempre promuovere la partecipazione e il dialogo tra 'dentro e fuori' e questo è possibile anche attraverso la cultura. Il teatro si fa ponte tra la comunità penitenziaria e la società civile, dimostrando come la bellezza e l’arte possono migliorare la qualità della vita anche nei contesti più difficili".
"Un primo passo"
Questo progetto rappresenta un primo passo, un "progetto pilota" che il Teatro Regio auspica possa crescere e consolidarsi nel tempo. Un po' come già fa il Teatro Stabile, molto attivo nel carcere torinese.
"Assisterò a questa ‘prima’ del Regio con particolare piacere perché credo davvero che rappresenti l’idea di città che, come amministrazione, abbiamo in mente", racconta il sindaco Stefano Lo Russo, presidente della Fondazione Teatro Regio. "Una città dove la cultura riveste un ruolo di primo piano ed è accessibile a tutte e a tutti. Questa iniziativa, poi, ha un valore davvero speciale perché è l’occasione per ribadire che il carcere deve avere un ruolo di educazione e riabilitazione, oltre che di semplice punizione, mettendo in primo piano il rispetto e l’importanza delle persone che non devono mai essere persi di vista".
Coinvolgimento dei detenuti
Oltre alla rappresentazione, il progetto assume una forte valenza sociale grazie al coinvolgimento diretto della comunità carceraria: i detenuti hanno costruito le scenografie, realizzando praticabili, sgabelli, pedane e oggetti di scena in legno, e dipingendo i periacti. "Devo dire che è molto bello ed emozionante sentire le musiche del Rigoletto riecheggiare nei corridoi del nostro istituto", aggiunge la direttrice Lombardi Vallauri. "Chi ha partecipato attivamente alla costruzione delle scenografie assisterà alla rappresentazione come pubblico: un modo per toccare con mano l'utilità e l'importanza del lavoro svolto".
Rigoletto in versione "ridotta"
In scena, un'edizione del Rigoletto sapientemente ridotta con il contributo di Vittorio Sabadin, che racconta: "Il mio lavoro, che di solito è pensato per le recite scolastiche, è la riduzione dello spartito musicale per renderlo fruibile anche a persone non avvezze alla Lirica. Grazie alla presenza di un personaggio-narratore, poi, faccio raccontare le parti tagliate e vari aneddoti che possono interessare il pubblico. Quello che resta sempre sono le arie più famose e quelle più significative".
Info
Il Rigoletto andrà in scena al carcere Lorusso e Cutugno lunedì 10 marzo alle 16.30. Info https://www.teatroregio.torino.it/