Attualità - 01 marzo 2025, 16:08

Lettera aperta: “L’inceneritore spiegato al mio sindaco”

La denuncia del capogruppo di Grugliasco Democratica racchiusa in 31 punti

L'inceneritore del Gerbido

L'inceneritore del Gerbido

"In questi mesi si riparla dell’inceneritore del Gerbido, perché qualcuno vuole ampliarlo. Che sia un’operazione insensata lo spiegano le previsioni della pianificazione piemontese per i rifiuti. Ma si fa finta di niente. Ed il centrosinistra e la destra vanno avanti per una strada che definiscono obbligata, ma che in realtà è frutto di scelta, fatta non si sa da chi. Provare a capire non è difficile, basta raccogliere un po’ di informazioni, valutarle nel loro insieme e giungere alle proprie conclusioni" lo dichiara Carlo Proietti, capogruppo di Grugliasco Democratica.

La questione dei rifiuti "è abitualmente presentata in modo noioso, scoraggiante. Così ci sembra difficile da capire ed abbandoniamo l’impresa. E così dominano i luoghi comuni - continua -. Sembra quasi che il quarto di secolo passato da “Non rifiutarti di scegliere“ sia passato invano. Parlare di rifiuti “andando per punti” ha dei pro e ha dei contro. Ma consente rapidamente di capire quali siano gli aspetti da considerare ed ha il vantaggio che chiunque può prendere singole affermazioni e può verificarle in modo abbastanza facile".

I punti:

1. Rifiuti, immondizia e spazzatura, non sono sinonimi. Lo si può capire anche da soli pensando

al significato delle tre parole. I rifiuti sono nati da un secolo. E sono i rifiuti a costituire il problema;

immondizia e spazzatura sono sempre esistiti.

2. Chi brucia i rifiuti non li elimina. Riduce il volume solido. E disperde in atmosfera tutto il resto. In parte disperde sostanze tossiche ed in parte disperde CO2. Cosa non tanto opportuna in epoca di mutamento climatico antropogenico. Se poi aggiungessimo che il vapore acqueo localmente peggiora il clima, magari qualcuno sorriderebbe; ma in Europa, in molti siti dove sono stati ubicati degli inceneritori, se ne parla tranquillamente.

3. L'UE (regolamento 2020/852) non include gli inceneritori tra le tecnologie che prevengono i cambiamenti climatici. La conseguenza è che gli inceneritori non possono beneficiare di finanziamenti comunitari. Sarebbe quindi indice di serietà smetterla di fare paragoni impropri tra discariche produttrici di metano e inceneritori. Sono entrambe dei problemi, ciò che serve è ridurre i rifiuti.

4. I valori limite per le emissioni sono costruiti per permettere il funzionamento degli impianti. La logica dei valori limite è quella di gestire una scelta obbligata; cioè quella di gestire nel migliore modo possibile impianti di cui non si può fare a meno. Ma gli inceneritori non sono una scelta obbligata.

5. I valori limite sono riferiti alla concentrazione nelle emissioni; indicano una quantità limite di “xx/ metro cubo”. Questo significa che se si brucia di più, si emettono più sostanze inquinanti. Quindi se si rispettano i valori limite, la salute non è tutelata; semplicemente si è provato a limitare le emissioni nocive.

6. La corretta gestione dei rifiuti prevede la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo ed il riciclaggio. La raccolta differenziata è solo una pratica che serve a separare i rifiuti. Per permettere il riciclaggio (dei materiali). E non solo;

7. Differenziando i rifiuti, miglioriamo il potere calorico dei rifiuti da bruciare e recuperiamo metalli ferrosi, metalli per i quali la competizione sui mercati internazionali è feroce.

8. Quanti sindaci, o quanti di noi, si preoccupano di capire se l'elevata percentuale di raccolta carta e raccolta plastica di scarsa qualità siano effettivamente tali, o se siano “pretesti” per dare un buon combustibile agli inceneritori? Potrei manche essere certo che tutti operino nel migliore dei modi, ma un sano controllo - come dire - aiuta. O no?

9. In Europa abbiamo Paesi che hanno reintrodotto da 30 anni il deposito cauzionale. E’ uno dei tanti modi per ridurre i rifiuti.

10. Da noi gli amministratori si vantano che l’Italia è il Paese dove si ricicla di più! Ebbene sì! È proprio vero! Ma siamo sicuri che sia una buona notizia? In Italia Si ricicla di più perché non si riducono le frazioni di rifiuti che altri Paesi sono state ridotte. Tanto è vero che per gli imballaggi l’Italia ricicla molto più dell’obiettivo europeo. In questo modo mandiamo più cose al riciclaggio. Ma altrove “queste cose” vanno nel riutilizzo. Scelta migliore per l’ambiente e per i cittadini.

11. Perché non riduciamo i rifiuti? Perché i rifiuti sono una spesa per i cittadini (e sono PIL) mentre ridurre i rifiuti è una spesa per le imprese. Recenti dichiarazioni sull’inceneritore del Gerbido del Sindaco di Grugliasco, Emanuele Gaito, sono accompagnate da delle fake.

12. “La quarta linea del termovalorizzatore del Gerbido si farà, entro il 2035, come imposto dalla legge europea e da quella regionale“. No, non è vero! La quarta linea dell’inceneritore “serve” (in realtà no) perché non si sono messe in atto le azioni necessarie sui rifiuti. Vogliamo ricordarci che gli amministratori locali più di 20 anni fa raccontavano che “c’è l’emergenza rifiuti e bisogna fare l’inceneritore! La riduzione, il riutilizzo ed il riciclaggio si sarebbero fatti dopo!”. Era sbagliato già allora. Ma poi non si è fatto.

13. “Entro dieci anni il Piemonte non solo deve essere pienamente autosufficiente nella gestione dei rifiuti e non avvalersi di impianti fuori regione (come quelli lombardi), ma è tenuto ad abbandonare il ricorso alle discariche nel terreno (massimo al 3% entro il 2030)” No, non è vero! La Direttiva 2018/850/UE (e così pure il D.Lgs 121/2020) fissa un limite del 10% sul totale dei rifiuti urbani prodotti per il 2035. Ma soprattutto l’UE prevede la riduzione dei rifiuti prodotti. E gli “esperti” dimenticano di raccontarlo!

14. Un inceneritore è una "macchina" che produce molto profitto, inquina, contribuisce ad alterare il clima. Un inceneritore non produce ricchezza, produce PIL. Distruggendo oggetti che hanno prodotto PIL e producendo altro PIL attraverso questa distruzione.

15. Il proprietario di un inceneritore (nel nostro caso l' IREN) guadagna quando ritira i rifiuti, guadagna quando vende l’elettricità prodotta, guadagna quando vende il calore prodotto, guadagna quando vende i metalli recuperati.

16. I cittadini invece pagano quando comprano gli imballaggi (i rifiuti), pagano quando li smaltiscono, pagano la corrente elettrica prodotta dall’inceneritore, pagano il calore prodotto dall’inceneritore.

17. Non dovrebbe essere difficile decidere cosa fare. Occorre solo decidere da che parte stare.

18. Non è un caso che in Italia gli inceneritori vengano venduti ai privati. Il guaio è che per vendere a dei privati un inceneritore, questo dovrà dare profitto; occorre quindi che nel futuro i rifiuti non siano ridotti. Altrimenti, chi compera l'inceneritore?

19. Quindi gli inceneritori dati ai privati aumentano i rifiuti, o quantomeno ne ostacolano la riduzione.

20. Lo studio “Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino”, il Programma SPoTT (nomen omen) non ha evidenziato nulla perché non poteva evidenziare nulla. Noi di Grugliasco Democratica lo abbiamo spiegato prima, nel 2013. C’era un problema di potenza dello studio in un ambiente già fortemente inquinato. Ma questo aspetto è ”troppo tecnico” per una discussione politica

21. Il vero problema di SPoTT è che non c’è una reale differenza tra la popolazione esposta e la popolazione non esposta. Le sostanze che più interessano per la salute pubblica sono i PCB e le Diossine; e sono sostanze che per il 90% si assumono per via alimentare. E tra chi abita più vicino all’inceneritore e chi abita più lontano non ci sono differenze nell’approvvigionamento alimentare. E non occorre essere scienziati per capirlo. Possiamo asserire che è' uno studio che partiva sapendo di non poter accertare nulla. I maligni dicevano che “era fatto più che altro per intrattenere”

22. Sulla nocività di PCB e Diossine non ci sono dubbi. Ed è una nocività a bassissime dosi. Così come per i metalli pesanti emessi. La questione non è di dire se nelle emissioni dell’inceneritore PCB e diossine siano tanti o se siano pochi. Il problema è l’accumulo nell’ambiente e nella catena alimentare. Per diossine e PCB interessano millesimi di miliardesimo di grammo di accumulo.

23. Vale quindi il principio di precauzione, che non è un principio di “buon senso”. E’ un principio definito sulla base dell’esperienza documentata con metodo scientifico. Quando si hanno fondati dubbi sulla nocività, si mettono in atto le azioni consigliate dalla prudenza. Anche se contrastano con gli interessi economici.

24. Oggi la politica locale e nazionale sembra pensare che in fin dei conti è difficile dimostrare i danni della singola opera / scelta, perché i rischi di tante fonti si mescolano. E così pensa di sfangarla e di poter fare dei bei discorsi agli elettori.

25. Un inceneritore può essere costruito in un centro cittadino proprio perché la principale via di assorbimento sono gli alimenti. E in città diossine e PCB precipitano sul cemento e sull’asfalto. Peccato che poi vento e pioggia li portano via e arrivano nel "mondo biologico" e nella catena alimentare. Le emissioni di sostanze (micro)inquinanti non sono mai un problema solo locale. Quindi anche “l’inceneritore in città” è solo uno slogan privo di basi reali.

26. Il guaio è che non c’è nulla di nuovo! Con l’amianto sono state prodotte sciagure. Fino dal 1965 nessuno poteva più negarne la cancerogenicità; ma anche chi sul fronte scientifico e sindacale ha combattuto contro l’amianto fino dalla “preistoria”, non immaginava che certe "piccole cose con amianto", certe “esposizioni irrilevanti” producessero tumori. E tanti. Così l’amianto è stato sparso ovunque allegramente e da almeno 25 – 30 anni troviamo morti da amianto dove non ce lo saremmo mai aspettati.

27. Bene, caro sindaco, cari sindaci, con le sostanze organo clorurate state facendo la stessa cosa. E vorremmo fare qualcosa di più che limitarci ad incrociare le dita.

28. Vede caro sindaco di Grugliasco, Lei ha detto che la tangenziale inquina di più dell’inceneritore, (o dell’ampliamento dell’inceneritore; non si capisce perché Lei è stato vago). Detto così non significa nulla. Se non si entra nel merito degli inquinanti di cui si parla, è un’affermazione che non significa nulla.

29. Ma il vero problema della Sua affermazione è che la presenza di una importante fonte di inquinamento è un buon motivo per non aggiungerne un’altra. Perché le concentrazioni ed il numero di inquinanti aumentano. Mentre Lei dice “C’è già inquinamento! Noi ne aggiungiamo solo un po’”

30. Il nostro territorio è già provato da 80 – 100 anni di inquinamento di origine industriale e non solo. Negli studi preliminari all’avvio dell’inceneritore si trovavano PCB nelle uova di gallina. A macchia di leopardo, come avviene per i microinquinanti. Ed era una buona ragione per non partire con l’inceneritore.

31. Ma la questione non è che “non va bene un inceneritore al Gerbido”. Come ha deliberato il Consiglio comunale di Grugliasco, non va bene un ulteriore inceneritore. Non va bene ulteriore incenerimento di rifiuti. Testualmente il consiglio comunale di Grugliasco ha deliberato: "Esprimere formalmente alla Regione Piemonte, al Comitato Locale di Controllo, al Ministero dell'Ambiente, la netta contrarietà ad ogni ipotesi di ampliare la capacità di incenerimento dei rifiuti urbani in Piemonte, sia con la realizzazione di un ulteriore inceneritore in altra provincia del Piemonte, sia con l'ampliamento dell'inceneritore del Gerbido".

Comunicato stampa

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