Eventi - 21 febbraio 2025, 07:13

Teatro Stabile: Marcido Marcidorjs torna con un classico greco, Gabriele Lavia affronta un Premio Pulitzer

Due nuovi titoli in scena la prossima settimana. Martedì 25 febbraio debuttano "Le Baccanti" di Euripide, con regia di Marco Isidori e "Lungo viaggio verso la notte" di Eugene O'Neill, con regia di Lavia

Teatro Stabile: Marcido Marcidorjs torna con un classico greco, Gabriele Lavia affronta un Premio Pulitzer

Due nuovi titoli per il Teatro Stabile. La prossima settimana debuttano "Le Baccanti" di Euripide, con regia di Marco Isidori e "Lungo viaggio verso la notte" di Eugene O'Neill, con regia di Gabriele Lavia.

LE BACCANTI

Teatro Gobetti, via Rossini 8, tel. 0115169555, www.teatrostabiletorino.it
Dal 25 febbraio al 9 marzo. Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 16.00. Lunedì riposo


Nel quarantennale della loro avventura artistica (1985-2025), i Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa tornano alla tragedia greca con "Istruzioni per l’uso del divino amore: mana enigmistico", una riscrittura delle Baccanti a cura di Marco Isidori che fa precipitare il testo di Euripide nel loro universo visionario. La tragedia viene attraversata da una dimensione grottesca e ludica, con un Coro Marcido che fonde voce e macchina scenica in un tutt’uno spettacolare. Il Palazzo di Penteo, firmato dalla scenografa Daniela Dal Cin, diventa un dispositivo teatrale vivo, scalato, assediato e svelato dagli attori in una continua metamorfosi scenica.

Il dramma di Euripide diventa così un viaggio orgiastico e rituale, capace di mettere in discussione la nostra stessa concezione di individuo e società. Il teatro, come nell'antica Grecia, si fa evento necessario, un’esperienza catartica per misurare la nostra umanità.

 

LUNGO VIAGGIO VERSO LA NOTTE

Teatro Carignano, piazza Carignano 6, tel. 0115169555, www.teatrostabiletorino.itDal 25 febbraio al 9 marzo. Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 16Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1957, questo testo è considerato il capolavoro di Eugene O’Neill e un pilastro della drammaturgia americana. Un’opera intensa, confessionale, che svela le ombre di una famiglia tormentata in una notte di rivelazioni e conflitti. Qui va in scena con la regia di Gabriele Lavia, che lo descrive così: "Un dramma crudele e struggente, un viaggio interiore senza ritorno dentro la fragilità dell’animo umano e la rovina della famiglia. O’Neill scrive la sua opera più intima, trasformando il teatro in uno specchio spietato della propria vita".

 

Daniele Angi

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