Cronaca - 20 febbraio 2025, 10:13

Il falso operaio e il trucco dell’incidente: la polizia insegna agli anziani come scovare i truffatori

Grande partecipazione al centro d’incontro Giajone per l’incontro organizzato con la Circoscrizione 2

incontro con molte persone sedute

Incontro per insegnare a difendersi dalle truffe

Il finto operaio che si presenta a casa, il falso incidente del figlio o del nipote e ora anche i raggiri digitali: via sms ma anche via WhatsApp. Sono numerose, e sempre più sofisticate, le truffe escogitate ai danni dei più anziani. Se ne è parlato ieri pomeriggio, 19 febbraio, nel corso di un incontro a tema prevenzione presso il centro d’incontro Giajone di via Filadelfia (a Mirafiori). Alla presenza del presidente del centro, Andrea Orlando, del coordinatore alla Sanità della Circoscrizione 2, Giuseppe Genco, e del personale della Polizia di Stato - Commissariato Torino Mirafiori: il vice questore Luca Celeste, oltre a Marzia Bauco, assistente capo del commissariato di Mirafiori, e l’agente scelto Gianluca Pezzulla.

Il profilo

Una cinquantina i pensionati che hanno preso parte all’appuntamento, il segnale di un problema molto sentito dalla cittadinanza. Per questo gli agenti hanno cercato di “preparare” i cittadini, spiegando quali sono le insidie più frequenti e come fare a riconoscere i malfattori. “Spesso l'imbroglione è una persona abile, non ha la faccia da delinquente e non si comporta male - questo l’identikit offerto -. Al contrario ha un comportamento simpatico, gentile, disponibile. Con abbigliamento elegante o in divisa, nel tentativo di simulare figure istituzionali. Ha buona dialettica e punta sulla fretta, cercando di circuire la sua vittima sfruttando sentimenti di empatia e preoccupazione. E utilizzando scuse credibili”.

Truffe via social o cellulare

Al giorno d’oggi sono sempre più le truffe digitali. A cominciare dalla posta elettronica. E qui spesso è facile (ma non scontato) trovare cosa non va: un indirizzo di provenienza sbagliato, un errore di battitura o di trascrizione dei nomi, luoghi o sedi inventati. Poi ci sono quelle che arrivano via messaggio: “Abbiamo ricevuto una richiesta di pagamento, clicca qui”. E l’invito è quello di non cliccare, per evitare di aprire il proprio mondo ai truffatori. Infine WhatsApp. In tanti hanno subìto - via chiamata o messaggio - la classica truffa del “figlio che ha avuto un incidente”, ossia la tecnica dell’imprevisto a cui segue la richiesta di soldi da parte di un “amico” del ferito. E la vittima, per paura o fretta, a volte ci casca. Spesso i farabutti rubano anche delle foto dal profilo Facebook, in modo da ingannare oltremodo la vittima.

In banca

Tutti noi andiamo in banca a prelevare. O in posta. Luoghi attenzionati dagli sciacalli. Per questo, nell’ottica che tutto può essere falsificato (documenti come i soldi), la polizia invita a prestare occhio alla possibile presenza di infrastrutture di plastica sulla tastiera. Uno dei tre tentativi di truffa più frequenti insieme alla telecamera piazzata sopra la tastiera (da qui la necessità di coprire il Pin con una mano) o al “palo”. Ossia la classica persona che si piazza vicino alla persona di turno allo sportello, per spiare il codice.

Sicurezza in casa

Il consiglio per l’anziano che vive solo è quello di non aprire agli sconosciuti o, eventualmente, utilizzare la catenella. Nessuno, infatti, si presenta a casa senza preavviso (tanto meno per riscuotere soldi per conto di terzi). La visita, al più, è preceduta da una comunicazione ma nel dubbio, ci fosse anche davanti un rappresentante delle forze dell’ordine, la possibile vittima può contattare l’azienda interessata per capire se la persona che ha suonato al campanello sia davvero un fattorino o altro. E controllare anche se è presente l’auto di pattuglia fuori dal palazzo. Ci sono, però, tanti altri modi per imbrogliare. Se una persona è via per poco tempo (magari dalla vicina di casa) è consigliato chiudere a doppia mandata, lasciare accesa una luce o la tv e non lasciare avvisi sulla porta per i fattorini. Se si è via per tanto tempo il consiglio è non divulgare il periodo di assenza (specie su Facebook) e chiedere a un vicino fidato di togliere la posta dalla buca. E anche nel caso di una intrusione nell’appartamento il consiglio è quello di non toccare nulla e non inquinare le prove.

Philippe Versienti

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