Scuola e formazione - 18 febbraio 2025, 18:02

Scuola, la protesta del Norberto Rosa di Susa arriva a Torino. "Non vogliamo essere accorpati al Ferrari"

La protesta sostenuta da associazioni dei genitori, insegnanti e sindacati. Il presidio è fissato per domani mattina davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale in corso Vittorio Emanuele: "Ingestibile un'unica realtà da 1500 studenti. Vogliamo essere autonomi"

protesta davanti a una scuola con bandiere

Protesta domani mattina di fronte all'Ufficio scolastico regionale per la questione del Norberto Rosa di Susa

Il caso del liceo Norberto Rosa di Susa (e Bussoleno) finisce sotto le finestre dell'Ufficio scolastico regionale. Si sono dati infatti appuntamento domani mattina - 19 febbraio - dalle 10 alle 13 in corso Vittorio Emanuele, studenti, insegnanti e genitori che dicono di no ormai da mesi all'ipotesi di accorpamento tra l'istituto - classico e scientifico con indirizzi anche di scienze applicate e umane - e i "vicini" dell'istituto Ferrari, sempre di Susa.

Un super-istituto da 1500 studenti

Un procedimento, per ora, rinviato di un anno dalla Città metropolitana proprio a causa delle contrarietà che ha sollevato sul territorio e che andrebbe a creare un super-istituto di oltre 1500 studenti, tra i circa 900 del Rosa e i 600 del Ferrari (che è invece un istituto tecnico, pur con un indirizzo di scienze applicate).
Non ci sarebbero spostamenti "fisici" per i ragazzi, ma i disagi temuti sarebbero connessi alla gestione dell'unione di una comunità di studenti, docenti e lavoratori che assumerebbe dimensioni notevoli. E alla relativa perdita di autonomia dei singoli plessi scolastici.

Da settembre a oggi

I primi sentori di questa ipotesi si sono avuti con l'inizio dell'anno scolastico e subito, soprattutto nell'ambito del Norberto Rosa, sono cominciate le proteste nei confronti della dirigente reggente, Anna Giaccone. Un botta e risposta (anche sulle pagine dei giornali locali) che ha visto anche due scioperi degli studenti: il 15 ottobre e poi l'11 febbraio, mentre i genitori si sono addirittura riuniti in un comitato per la difesa dell'istituto Rosa. E un clima che si è fatto via via sempre più teso.

"Chiediamo che sia esclusa ogni opera di ridimensionamento per il Rosa di Susa, non solo per quest'anno scolastico, ma anche in qualsiasi ipotesi futura -dice Massimiliano Rebuffo, segretario generale Flc Cgil Torino - anche perché quell'istituto rispetta le norme previste per numero di allievi e le deroghe per la sua attività in area montana". "Chiediamo garanzie scritte e non solo verbali - prosegue -. E dopo tre anni chiediamo che da settembre cessi la reggenza e ci sia un vero preside". Un provvedimento che i sindacati chiedono "con decorrenza immediata, visto che si è venuto a incrinare il rapporto di fiducia con l'intera comunità educante". Tanto che, conclude Rebuffo, lo sciopero vuole anche essere un momento per ribadire un concetto: "Si possono avere idee diverse e contrastanti, ma non va usato nessuno strumento che possaa reprimere libertà di espressione o di manifestazione".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Cosimo Scarinzi (Cub Scuola): "Accorpare scuole crea un problema a livello organizzativo, soprattutto a livello di personale visto che si rischia di essere sovradimensionati. Attorno al Norberto Rosa vive una comunità unita da un legame profondo con il territorio. Adesso passiamo dalla lamentela all'azione. L'interlocutore è l'Ufficio scolastico regionale: dobbiamo metterlo di fronte alle sue responsabilità. Speriamo partecipino anche insegnanti di altri istituti".

Studenti, famiglie e docenti

In prima linea ci sono anche gli studenti, con i loro rappresentanti a fare da portavoce: "Siamo pronti a proseguire nelle nostre proteste. C'è grande partecipazione e aggiorniamo costantemente i nostri compagni sull'evoluzione della situazione".

E al fianco dei ragazzi ci sono, insieme a molti insegnanti, anche i genitori: in particolare, quelli del Comitato Insieme "Insieme per il Rosa", nato a dicembre e che conta adesso 300 iscritti. Inoltre, grazie a una petizione online, ha anche già raccolto circa 4000 firme contro l'accorpamento dei due istituti. "Il progetto ci è stato presentato come l'unica via praticabile, imposta dall'alto. Ma ci siamo informati e sappiamo che non è così. L'istituto gode di una tradizione antica e illustre, ha un bacino di utenza che va dall'alta valle alla cintura di Torino ed è l'unico di tutta la Città metropolitana a essere toccato dall'ipotesi di dimensionamento".

E se i motivi alla base della decisione restano oggetto di dibattito, i genitori provano ora una forte amarezza. "Siamo feriti e indignati della volontà di disporre di un'istituzione scolastica come fosse cosa propria, al di sopra di famiglie, insegnanti e studenti, in un dialogo che è solo tecnico e tra istituzioni. E' davvero una comunità quella che sta difendendo il liceo. Abbiamo avuto testimonianze di solidarietà da più parti, mentre il clima che si è venuto a creare non è più sostenibile. I ragazzi sono consapevoli e coraggiosi, non sono mai stati sopra le righe e invece hanno ricevuto accuse di manipolazione e peggio ancora, anche sui social. Diverse famiglie si stanno ponendo l'interrogativo di quale possa essere la tutela legale più adeguata da adottare".

 

Massimiliano Sciullo

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