Ristoranti & C. Torino - 18 febbraio 2025, 19:02

Non c’è il due senza il tre: Marcello Trentini annuncia la chiusura di Magorabin, ma continua la sua avventura a Casamago

Un altro ristorante della galassia stellare torinese si spegne. Il suo futuro, strappato all’alta ristorazione, continuerà in una forma più funky

Marcello Trentini annuncia la chiusura di Magorabin

Marcello Trentini annuncia la chiusura di Magorabin

Nel mondo dei social, dove per sapere che cosa andrà a fare davvero uno chef occorre rivolgersi all’imprenditore che sta creando per lui gli spazi dove potrà continuare a giocare, a fare testo sono i post. Ed è proprio attraverso un post che anche Marcello Trentini, chef di Magorabin ha annunciato che il suo ristorante chiude i battenti: «Cari amici reali e virtuali, con il 22esimo compleanno del nostro amato Magorabin, sono ad annunciarvi la chiusura definitiva del ristorante». Si dissolve così, nel sempre più scuro e tormentato cielo torinese dell’alta ristorazione, un altro ristorante che nell’enogastronomia della città della Mole ha comunque giocato un ruolo tutt’altro che di secondo piano.   

La non sostenibilità dell’alta ristorazione 

Le ragioni della chiusura, individuate da Trentini con una spietata lucidità, raccontano di un’alta ristorazione – le cosiddette stelle Michelin, per intenderci – ormai sul punto di esplodere: «Che la ristorazione definita fine dining, per come è stata concepita nell’era contemporanea, non sia più sostenibile lo sanno ormai anche i sassi e mi sembra superfluo ribadire che senza catering, consulenze, branding… nessuno può stare felice». Parole che non hanno certo bisogno di conferme, visto quello che sta accadendo nel cielo dell’alta cucina torinese, nel quale le stelle sembrano continuare a spegnersi una dopo l’altra. 

Un passato da non rinnegare 

Trentini non si nasconde che la chiusura di Magorabin, locale che lui ha creato e voluto con forza non solo come chef ma anche come imprenditore di se stesso, rappresenti uno scacco per chi ha un passato come il suo: «La stella Michelin l’ho desiderata, fortemente voluta, conquistata e portata tatuata sulla pelle con grande piacere per ben 13 anni. È stato un riconoscimento al nostro amore per la filosofia dell’accoglienza e di sicuro non la rinnegheremo». E tuttavia è costretto ad ammettere che tutto questo non è bastato: «Noi abbiamo inseguito il solito vecchio sogno di fare bene, anche da indipendenti. Purtroppo, però, non funziona così… e chi dice il contrario mente, sapendo di farlo».   

Ritrovare le radici 

Trentini, pur dismettendo i panni dello chef stellato, non intende però rinunciare alla sua cucina. Ripartendo proprio da dove ha incominciato: “Chi si sentisse orfano della mia cucina potrà ritrovare i miei piatti a Casamago, il bistrot nato 6 anni fa sulle ceneri del vecchio Mago dove tutto ebbe inizio. Ho tagliato i dread, la barba è un po’ più bianca, ho tolto la giacca da chef e l’ho sostituita con maglietta e grembiule, ma non ho mai smesso di cucinare con cuore e pancia…».

Un cuore e una pancia che lasciano ben sperare in piatti che esprimano una cucina certamente meno blasonata. Ma forse più vera.

Piergiuseppe Bernardi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A FEBBRAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU