Attualità - 09 febbraio 2025, 16:17

Il Comitato "Salviamo il Meisino" chiama alla mobilitazione: "Martedì presidio davanti al tribunale"

L'11 febbraio in programma la prima udienza del ricorso presentato dagli ambientalisti contro il progetto del parco dello sport

Immagine di repertorio di una protesta del comitato Salviamo il Meisino

Immagine di repertorio di una protesta del comitato Salviamo il Meisino

Si terrà martedì 11 febbraio, alle ore 10.20, la prima udienza del ricorso per accertamento tecnico preventivo promosso dal Comitato Salviamo il Meisino e da tre associazioni ambientaliste: LAV, Centro Recupero Ricci La Ninna e UTI.

Si tratta di una delle molte azioni di diverso genere che il Comitato ha messo e continuerà a mettere in campo al fine di ottenere di bloccare in toto il “parco dello Sport” nella riserva naturale del Meisino, progetto della Giunta comunale torinese ora ridenominato Centro di Educazione Sportiva e Ambientale, che di ambientale ed educativo non ha nulla. Perciò con il ricorso è stato chiesto un accertamento tecnico preventivo che verifichi lo stato in cui si trova l’area protetta (effettuando anche il censimento della fauna omesso dall’Ente gestore) e che accerti gli impatti ambientali del progetto, che non sono quelli trascurabili descritti nelle carte.

"Il danno all’ambiente è ovviamente correlato ai diritti soggettivi all’ambiente e a un ambiente salubre, ovvero alla salute, già minacciata dall’inquinamento che i nostri amministratori omettono colpevolmente di governare (si veda la solidarietà espressa il 3 febbraio dal Consiglio comunale agli amministratori comunali e regionali indagati per inquinamento ambientale: un vero affronto alle migliaia di morti e malati che di tale inquinamento fanno le spese ogni anno in Piemonte)", sostengono gli ambientalisti in una lunga nota.

"Gli aderenti al Comitato, le cui file continuano a crescere, assistono quotidianamente alla devastazione del parco sia nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000, che dovrebbe beneficiare di misure di salvaguardia degli habitat e della fauna stringenti, sia nell’area contigua, pure tutelata, tra Borgata Rosa e corso Don Luigi Sturzo, che include alberi secolari e boschi abitati da moltissime specie di uccelli. Nessun soggetto istituzionale sta monitorando i cantieri, men che meno l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese delegato dalla Regione alla gestione del sito.

Lunedì scorso (3 febbraio) durante un monitoraggio vi è stata una fuggevole apparizione della dirigente comunale responsabile del procedimento, che ha manifestato unicamente la preoccupazione che i lavori proseguano in fretta per non perdere i fondi del PNRR: non l’abbiamo sentita dare indicazioni perché i lavori rispettino l’ambiente e nemmeno allarmarsi per il mancato rispetto delle misure di sicurezza ordinarie dei cantieri: per esempio per gli operai che lavorano senza dispositivi di protezione individuali e in mancanza dei bagni chimici, orinando e defecando dove capita nel nuovo cantiere della tettoia… In un’area, ripetiamo, protetta, in cui mentre si piantano alberelli di dimensioni inferiori a quelle previste dal progetto, se ne abbattono alcuni tutti i giorni, alla chetichella, perché non se ne possa fare un conteggio.

Noi invitiamo tutti i soggetti che vogliono partecipare invece alla difesa dell’ambiente e del verde pubblico a unirsi al presidio indetto dal Comitato a partire dalle ore 10 di martedì 11 febbraio davanti al Tribunale di Torino, lato via Falcone. Difendere il Meisino e il verde pubblico è possibile e doveroso", conclude la nota.

comunicato stampa

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