Sono 52 lavoratori su un totale di 72, quelli che da un paio di mesi a questa parte hanno scoperto che il loro impiego è a fortissimo rischio. Sono i dipendenti di Yazaki Italia, azienda con sede a Grugliasco, che pur operando nel settore dei servizi paga la crisi della filiera auto e di Maserati soprattutto.
Protesta davanti al Grattacielo
Questo pomeriggio si sono ritrovati davanti al Grattacielo della Regione per chiedere aiuto.
“In questa azienda i lavoratori ricevono i pezzi che arrivano dal Giappone e fanno da intermediari, fornendo servizi per Ford, Volkswagen e Maserati - racconta Stefania Zullo, di Fisascat Cisl - Il 4 dicembre si è attivata la procedura di licenziamento collettivo e abbiamo chiesto ammortizzatori sociali, ma gli strumenti non comprendono la casistica in cui un’azienda decide di licenziare per la perdita di commesse”.
Due anni di bilanci in attivo
Anche perché, dicono i sindacalisti, “gli ultimi due anni hanno visto un bilancio chiuso in attivo e anche questo esclude ulteriormente il caso Yazaki dagli ammortizzatori. E nemmeno per gli altri 20 dipendenti rimasti abbiamo certezze”, aggiunge Giusi D’Agostino di Filcams Cgil, insieme a Pietro Bello, rsu Yazaki.
Aiuto alla Regione
“Chiediamo alla Regione uno strumento di supporto per queste persone, perché l’azienda non vuole fare ricorso ad ammortizzatori sociali. Anzi, sono sbigottiti dalla reazione e dalla protesta partecipata dei lavoratori a questo sciopero”. Dal Giappone propongono solo un incentivo all’esodo, ma inferiore all’anno.
Età media alta
Pesa anche la situazione sociale dei lavoratori “Sono lavoratori con un’età media intorno ai 50 anni - dicono i sindacalisti - e una volta che perdono il posto di lavoro, non possiamo immaginare che sia facile per loro trovare una nuova ricollocazione”. Una delegazione è stata poi ricevuta all’assessorato della vicepresidente regionale, Elena Chiorino.
"Ho incontrato sindacati, lavoratori e lavoratrici della Yazaki di Grugliasco. Chiediamo alla Giunta Cirio di intervenire a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, non lasciandoli soli di fronte a questa nuova crisi occupazionale piemontese, soltanto l’ultima fra le tante che stanno purtroppo contraddistinguendo la storia della nostra Regione negli ultimi anni, in particolar modo per quanto riguarda il settore dell’automotive", ha dichiarato il consigliere regionale del M5S Alberto Unia. "Presenteremo un atto in Consiglio per chiedere al governo di Centrodestra di non abbandonare queste 52 persone, queste 52 famiglie, al loro destino".
In serata è arrivata la posizione della Regione: “Chiediamo serietà, ma soprattutto pretendiamo rispetto per i lavoratori Yazaki e per tutti coloro che attraversano un momento di difficoltà. Nessuno di loro merita di essere trascinato in una imbarazzante strumentalizzazione politica - ha detto la vicepresidente della Regione, Elena Chiorino -. Voglio tranquillizzare il consigliere del M5s che accusa la Regione di immobilismo: mentre lui scriveva un comunicato pieno di inesattezze, noi eravamo seduti al tavolo Yazaki. Chi non ne è al corrente o è colpevole di negligenza o volutamente alimenta un allarmismo rispetto a un’infondata non partecipazione della Regione ai tavoli di crisi. In ogni caso sarebbe bene farsi un esame di coscienza".
"Voglio essere molto chiara - conclude -: non accettiamo lezioni da chi chiedeva nei propri programmi elettorali di ridurre il numero delle auto, sulla pelle dei lavoratori dell'automotive e dell'indotto. Questo ente lavora pancia a terra per dare ai lavoratori un accesso a misure strutturali, che possano realmente garantire loro un sostegno e la piena dignità del lavoro”.