Economia e lavoro - 05 febbraio 2025, 16:27

Record storico di iscritti alla UIL in Piemonte, raggiunta quota 159.829

Negli ultimi dieci anni gli iscritti sono cresciuti di oltre 16.000 unità

Record storico di iscritti alla UIL Piemonte, raggiunta quota 159.829

Record storico di iscritti alla UIL Piemonte, raggiunta quota 159.829

Negli ultimi dieci anni gli iscritti alla UIL Piemonte sono cresciuti di oltre 16.000 unità. Il 2024 si è chiuso con 159.829 tessere, livello più alto di sempre, in crescita di 3.327 tessere rispetto al 2023 (+2,12%). L’incremento nel decennio ha riguardato tutti i settori produttivi (industria, costruzioni, trasporti, terziario, pubblico impiego e agroalimentare). Positiva anche la performance dei pensionati (+3.121 iscritti).

 

Per quanto riguarda le categorie, al 1° posto c’è la UILTUCS (commercio e servizi), seguita dalla UILFPL (sanità ed enti locali), dai metalmeccanici della UILM, dalla UILTrasporti e dalla FENEAL (edili). I lavoratori attivi rappresentano il 71% del totale degli iscritti.

 

L’area metropolitana torinese, che comprende anche il territorio della Camera Sindacale del Canavese, fa registrare la presenza più significativa di tessere (92.358). Al secondo posto tra le Camere Sindacali si posiziona Asti-Cuneo.

 

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

“Il bilancio della UIL piemontese sul versante del proselitismo si chiude con un nuovo record di iscritti. Il 2024 ha rafforzato l’andamento positivo degli ultimi dieci anni, nonostante il lungo periodo di crisi e i profondi cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Si tratta di un nuovo massimo storico, dovuto alle attività delle nostre categorie, dei nostri servizi e a un solido radicamento sia nei luoghi di lavoro che nei territori. Siamo consapevoli delle tante sfide e incognite che ci attendono, a cominciare dalle transizioni in atto e dalla necessità di rinnovare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per recuperare il potere d’acquisto perso per effetto dell’inflazione. A testimonianza della difficile situazione del tessuto produttivo, in Piemonte, lo scorso anno, gli ammortizzatori sociali sono cresciuti di quasi il 65% rispetto al 2023 (a fronte di una crescita nazionale del 20%), a Torino, da tempo provincia più cassaintegrata d’Italia, le ore sono più che raddoppiate. Viviamo una fase di grandi trasformazioni ecologiche, digitali e anagrafiche, con gravi rischi per la tenuta occupazionale e per la sostenibilità finanziaria del nostro sistema di welfare. Le transizioni impattano su tutti i settori, a cominciare dall’automotive, investendo, oltre che l’unico produttore di veicoli del nostro Paese, anche l’intera filiera della componentistica, a rischio di sopravvivenza per quasi metà delle imprese. È evidente che la situazione in atto riguarda buona parte del Continente e dovrebbe indurre la Commissione Europea a valutare attentamente i tempi di attuazione del Green Deal e le misure necessarie per accompagnarlo. Servono strumenti efficaci e finanziamenti cospicui, alimentati dal debito comune. In assenza di tali provvedimenti, si renderà necessario riconsiderare e ricalibrare alcune misure, rafforzando il principio della neutralità tecnologica e permettendo alle aziende di adottare una maggiore diversificazione, allo scopo di tutelare il tessuto occupazionale”.

comunicato stampa

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