Cultura e spettacoli - 03 febbraio 2025, 16:01

Al Mauto, la mostra per riscoprire il piacere di giocare con le auto di Robert Kuśmirowski

Fino a domenica 18 maggio

Al Mauto, la mostra per riscoprire il piacere di giocare con le auto di Robert Kuśmirowski

 

Il Museo Nazionale dell’Automobile presenta in Project Room fino a domenica 18 maggio, la mostra C/ART. L’arte di giocare con l’automobile.

L’esposizione – realizzata da Robert Kuśmirowski e curata da Guido Costa e Davide Lorenzone – consiste in una installazione ambientale nella quale l’artista polacco, esponendo automobili giocattolo e vetturette provenienti da diverse collezioni e musei italiani, crea un dialogo inedito tra arte e memoria storica automobilistica. L’opera – risultato di un intenso lavoro di co-progettazione e collaborazione tra Kuśmirowski, i collezionisti e lo staff museale – è una carta bianca concessa all’artista che è intervenuto nello spazio creando una ricostruzione immaginaria dello spirito del collezionista di automodelli.

“Il suo è quasi un lavoro da archeologo, capace di ridare vita ad oggetti morti, ricomponendoli in contesti ad essi alieni, ricreandoli. La materia prima sulla quale opera è povera, poverissima, ma carica di vita e di storia: storia del lavoro, della sapienza artigiana, della tecnologia e della scienza, della creatività popolare e del collezionismo” (Guido Costa, curatore)

Il visitatore è accolto in un ambiente volutamente eccentrico e disordinato: un eccesso di modelli incompleti, strumenti consunti e macchinari quasi dimenticati. Vecchie reti metalliche sostituiscono le tradizionali scaffalature, evocando l’atmosfera di una officina caotica di un bizzarro collezionista. Il percorso si sviluppa gradualmente verso l’idea di esposizione perfetta. Gli oggetti trovano ordine, senso, e celebrano il passaggio dall’infanzia a una forma di collezionismo maturo e consapevole. In questa trasformazione, si è immersi in una riflessione sulla memoria e sul significato dell’automobile come oggetto di culto. Da un accumulo appassionato e compulsivo tipico dell’età infantile a una sistematizzazione ordinata dei pezzi collezionati: la mostra esplora l’evoluzione del collezionista e del valore affettivo degli esemplari di cui va alla ricerca con dedizione.

“Ogni automobile giocattolo, sia essa a pedali, motorizzata – elettrica o con un piccolo motore a scoppio – realizzata in scala ridotta, è un piccolo capolavoro di ingegneria, con meccanismi che spesso consentono ai modelli di muoversi, di suonare o di attivarsi attraverso l’energia meccanica. Il valore di questi oggetti non è solo economico, ma anche storico, perché attraverso di essi è possibile riscoprire i gusti, le tendenze e le innovazioni tecnologiche di una determinata epoca” (Davide Lorenzone)

 

Le vetture esposte coprono un periodo che va dalla fine del XIX secolo fino agli Anni Novanta del XX secolo. Tra i tantissimi modellini in mostra – circa 200 – la “Lucciola di Piero Patria”, una vettura giocattolo con motore elettrico, prodotta a Torino tra il 1948 ed il 1949, in soli 200 esemplari; la minuziosa riproduzione in scala – precisa in ogni singolo dettaglio costruttivo e funzionale – di un trattore a vapore risalente agli anni Dieci del Novecento; la locomobile a vapore Marshall & Co, modello funzionante in scala 1:4 realizzato artigianalmente da Pietro Abbà nel secondo dopo guerra. Accanto a queste, una collezione più contemporanea di modellini di automobili sportive iconiche, modelli promozionali e ricostruzioni artigianali: solo per citarne alcune, la Ferrari F1 della Toschi, che era venduta con una bottiglia di liquore al suo interno, la Lancia D24 della Mercury di cui un esemplare è presente nella collezione del Museo, il modellino in legno del camion che pubblicizzava il CYNAR e i 4 modelli della Marklin (berlina, coupè, auto corsa e autobotte), spettacolari e ancora oggi molto ambiti dai collezionisti.

redazione

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