Economia e lavoro - 01 febbraio 2025, 11:00

Telecomunicazioni, paghe da fame a 6,5 euro all'ora: lunedì scioperano in piazza Castello

Iniziativa di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per il contratto nazionale ormai disdetto: sono 600 le persone coinvolte in Piemonte

manifestazione sindacale con bandiere

Sciopero delle telecomunicazioni per un contratto disdetto in molte aziende

Sei euro e mezzo all'ora di paga e un contratto nazionale che è stato disdetto. Per questo motivo, le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno indetto uno sciopero per lunedì 3 febbraio contro la decisione di alcune aziende di disdire il contratto delle Telecomunicazioni e adottarne uno nuovo, firmato da organizzazioni poco rappresentative.  

In concomitanza del presidio nazionale che si terrà a Roma al Ministero del Lavoro, a Torino si svolgerà un presidio regionale, dalle 10 alle 13 in piazza Castello, di fronte alla prefettura.

Seicento persone coinvolte in Piemonte

Questo cambiamento impatta 6.000 dipendenti e numerosi collaboratori, condannati non solo alla precarietà contrattuale ma anche a paghe orarie da fame, per effetto di questo contratto che prevede 6,50 euro all’ora. In Piemonte, sono coinvolti circa 600 lavoratori di diverse aziende.

Le aziende coinvolte

OneOs, Call Center One, Colligo, Ingo, Network Contacts, Tecnocall che operano per committenti pubblici e privati quali Soris, Ireti, Unieuro, Agos, Metlife, Santander, Banca Sella, Unipol: questi devono essere richiamati alle loro responsabilità verso le lavoratrici e i lavoratori che da anni gestiscono e curano con serietà e professionalità i loro utenti e clienti.  

Lotta contro l'inflazione

"Al di là degli sforzi che stanno facendo queste aziende per convincere tutti della bontà di questo “innovativo” CCNL basta leggerlo per capire su cosa si fonda: riduzione di permessi, flessibilità spinta, precarietà totale ed aumenti salariali che non tengono conto della vacanza contrattuale di 2 anni (2023 e 2024) e che prevedono per il prossimo triennio (2025-27) 60 euro circa - dicono i sindacati -. In un quinquennio in cui l’inflazione, consuntivata già in parte, viaggia oltre il 15%, la proposta di aumento del salario è del 3%, con la prima tranche di ben 7 euro".

Massimiliano Sciullo

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