Si alza il livello dello scontro politico sull'ufficio immigrazione di corso Verona, con il Partito Democratico Torino che difende il lavoro fatto sinora dal Comune e parla di "attenzione tardiva" da parte della Regione.
Il sopralluogo
Ieri il governatore Alberto Cirio ha effettuato un sopralluogo nella struttura di Regio Parco e poi ha incontrato il prefetto per affrontare il problema delle lunghe code di stranieri per prendere un appuntamento per le pratiche di rilascio, rinnovo o aggiornamento dei permessi di soggiorno.
"Comune attivo da due anni"
Il presidente si è impegnato a cercare nuovi spazi per il servizio, in attesa del trasferimento in autunno negli spazi individuati dalla Diocesi al Santo Volto, oltre ad offrire un "saltacoda". Proposte accolte con favore dal Pd, che però ricorda come la Città "chiede da almeno due anni al Governo nazionale di fornire alla Questura e alla Prefettura le risorse necessarie per risolvere il problema dell'inagibilità degli uffici".
"L'attenzione dimostrata oggi, - rimarca il capogruppo comunale Claudio Cerrato - seppur tardiva, sembra derivare da una mancata informazione da parte del suo assessore Marrone, troppo impegnato a lanciare slogan sotto il Comune per occuparsi delle difficili condizioni di lavoro dei poliziotti in corso Verona". "Ora ci auguriamo -aggiunge- che il Presidente Cirio possa intercedere presso i ministri Piantedosi e Giorgetti, chiedendo loro di destinare le risorse economiche necessarie per risolvere finalmente il problema".
Competenza dello Stato
I dem sottolineano come la competenza degli uffici di corso Verona, sia dei lavoratori in scadenza di contratto che dell'edificio, sia esclusivamente dello Stato. Un "punzecchiatura" ai sindacati che lunedì, durante il presidio davanti all'ente, hanno parlato di "rimpallo di responsabilità tra istituzioni".
"Il Comune di Torino aveva già offerto a fine 2023, di concerto con la Circoscrizione 7, la sala ex Biblioteca situata all'interno del Centro Civico di corso Vercelli 15, ma lo Stato ha rifiutato la proposta. A Milano il decentramento delle pratiche è attivo da tempo: perché a Torino questa soluzione arriva solo ora?" conclude Cerrato.