Certe passioni si capiscono già da piccoli. E Giuseppe D’Amico, 77 anni, ha capito subìto che quella del parrucchiere era la sua strada. Nato a San Cono (provincia di Catania) ha iniziato la sua carriera a Mazzarino, prima di trasferirsi nel quartiere Mirafiori Sud di Torino dove lo scorso novembre ha tagliato il traguardo dei 50 anni di attività ricevendo anche una targa in dono dalla Circoscrizione 2 (nella figura del presidente, Luca Rolandi, e del coordinatore al Commercio, Riccardo Prisco). Oltre a una bombetta, che custodisce in negozio, regalata dai suoi dipendenti.
La storia
I primi passi (o meglio, i primi tagli) Giuseppe li ha fatti a Mazzarino (in provincia di Caltanissetta). Aveva solo 11 anni e oltre ad andare a scuola faceva il garzone nei coiffeur. “Mio papà era capo cantoniere, mia mamma casalinga. E io, invece, avevo la passione per i capelli”. Nella piazza centrale della cittadina esistevano tre parrucchieri “e io ho cominciato a lavorare da uno di loro. Il mio datore di lavoro, che mi ha cresimato, aveva un salone e mi ha insegnato il mestiere”.
La barba al palloncino
Per fare il parrucchiere ci vuole una mano ferma, oltre a una buona dose di inventiva e passione. E a soli 14 anni Giuseppe è riuscito persino a vincere il suo primo premio. “Bisognava fare la barba al palloncino e io non l’ho mai fatto scoppiare, mica facile”. Dei 20 partecipanti lui è stato il più veloce e a premiarlo è stato il noto cantautore Gino Bramieri. “E lì ho capito di avere la mano ferma, perché i rasoi di una volta tagliavano molto bene. Ve l'assicuro”.
A Palermo
Penultimo di 8 fratelli (6 maschi e 2 femmine) ha lasciato il paese a 16 anni per trasferirsi a Palermo con suo fratello Mario, che viveva lì. A 18 anni arriva la grande occasione: comprare un negozio sfitto con i risparmi (800mila lire, non pochi a quei tempi). Ed eccolo, il “Salone Rosanero” in onore della squadra di calcio locale. “A Palermo ho tagliato i capelli a molti giocatori: come il bomber Tanino Troia, la bandiera Favalli, Landini, Ignazio Arcoleo e anche l’allenatore De Grandi”. Era un mondo diverso. “La sera andavamo a mangiare pane e milza. E le panelle. Oggi sarebbe impensabile”. Per passare all’ultimo atto - Torino - ha atteso i 25-26 anni. Ed è stato un caso, “uno scherzo” come sostiene lui. “Sono venuto a trovare un cugino di mia moglie, Claudio, che abitava in corso Grosseto. E lui ha insistito perché rimanessi sotto la Mole che si guadagnava meglio”. E così nel 1973 D’Amico si è trasferito a Torino per far carriera e quel che sapeva fare meglio, il barbiere. “Ma in in quel periodo, sempre nel ‘73, ho lavorato 8-9 mesi in fabbrica perché non trovato un negozio. Poi la svolta...”.
A Mirafiori Sud
Nel novembre del 74 Giuseppe ha trovato un locale in un palazzo vicino a Mirafiori Sud. Non c’erano servizi e finestre. Un taglio di capelli costava 200 lire, la barba 50. E così è iniziata la sua avventura torinese. “Per riscaldare l’acqua usavo la resistenza del boiler, e con un mestolo lavavo i capelli ai clienti”. Nel 1992 ha comprato i muri e ha rinnovato i locali. Nel 2002 si è spostato al 37/M di via Negarville dove ha aperto il "Barbershop “Figaro Pino”. La sua seconda casa. Ristrutturata, tirata a lucido, modernizzata. E dove si può trovare anche qualche curiosità, come l’originale brillantina Linetti. "Oggi non si usa più, tuttavia mi piace conservarla per ricordo".
La vita privata
Due figli (Rosario fa il tatuatore e Marco ha un’azienda di informatica). E due dipendenti (Denis e Tommaso). E poi l’amore per l’Inter, la sua squadra del cuore. Tanto che nel salone, al muro, è presente un riquadro nerazzurro con incastonata una macchinetta manuale per tagliare i capelli. Ma cosa è cambiato in tutti questi anni? “Una volta il cliente si presentava, si faceva dare un'aggiustata e andava via. Oggi magari vogliono la barba, il trattamento particolare al capello. Soprattutto con i giovani si lavora molto. Ed è cambiata anche l’attrezzatura: da manuale a elettrica, un cambio radicale. Con quella manuale sì che era dura lavorare”.
E poi i clienti. Qui arrivano da tutta la zona sud. Ma anche da None (per fare un esempio). Clienti che D'Amico ha visto crescere e che oggi hanno la sua stessa età. “A casa non riesco a stare – confessa -, E dunque al mattino, seppur con calma, mi piace entrare nel mio Barbershop. Perché, alla fine, certe passioni e certi amori non tramontano mai”.