Attualità - 21 gennaio 2025, 15:15

Ufficio immigrazione corso Verona, la denuncia della Cgil: "Persone in attesa in condizioni inumane"

Il sindacato attacca: "Decine di persone in fila da giorni, al freddo, per ottenere un appuntamento"

Corso Verona, la denuncia della Cgil: "Persone in attesa in condizioni inumane"

Corso Verona, la denuncia della Cgil: "Persone in attesa in condizioni inumane"

"Molti sono in coda da sabato scorso, dormono sul marciapiede, su cartoni fradici, riparati da teli di plastica, alcuni si sono attrezzati con tende da campeggio, sono donne e uomini, hanno dai 20 ai 60 anni: davanti alla Questura di corso Verona, da qualche settimana, c’è un presidio 24 ore su 24 di migranti che tentano di ottenere un biglietto per una prenotazione per poter rinnovare il proprio permesso di soggiorno. È una situazione intollerabile", sottolinea la Cgil Torino in una lunga nota.

Una situazione (resa ancora più pesante dalle pessime condizioni atmosferiche di questo periodo) che la Cgil denuncia da tempo e che "sta diventando un problema, oltre che umanitario, di salute e salubrità pubbliche, le cui responsabilità ricadono direttamente sul Governo locale, in particolare su Prefettura e Comune di Torino, e sulla Questura, che non ha ancora individuato una soluzione credibile per questa ignobile situazione".

"Ieri sera eravamo in corso Verona e abbiamo visto dei primi segni di cambiamento: è arrivata la Protezione Civile del Comune di Torino, insieme alla Croce Rossa, che ha distribuito bevande calde e coperte, con l’intenzione di proseguire tutte le sere con queste “azioni di monitoraggio”. Manca totalmente una condizione igienico-sanitaria, per questo si è chiesto di installare dei bagni chimici", hanno sottolineato con sdegno gli esponenti del sindacato.

"Nell’interlocuzione tra Questura e Comune di Torino abbiamo chiesto come sia stato possibile installare delle tensostrutture decorose in via Dorè e in via Grattoni, per permettere alle persone di ripararsi dal freddo e dalle intemperie, e che la stessa cosa non si sia potuta fare in corso Verona. Per il momento non è giunta nessuna risposta. Nessuna risposta nemmeno all’altra domanda: che fine ha fatto l’ipotesi Santo Volto? Qual è la soluzione strutturale per corso Verona e soprattutto in che tempi arriverà? Tutta questa situazione non può prescindere dal fatto che mancano investimenti sul personale, in termini logistici e in termini informatici", sottolinea la Cgil, che in questi giorni sarà presente davanti alla Questura di corso Verona per dare ristoro con bevande calde e per fornire informazioni e prime risposte a queste persone, "che chiedono solo di poter vivere e lavorare nella legalità, essendo invece vittime dello sfruttamento che questo sistema non può che favorire".

"A partire dal 27 gennaio 2025, Cgil Cisl Uil Torino saranno a presidiare gli spazi antistanti l’U6cio Immigrazione per denunciare questa intollerabile situazione. “In corso Verona – dichiara Federico Bellono, segretario generale Cgil Torino - c'è un'emergenza umanitaria che non è frutto di un momentaneo problema organizzativo, ma una questione che si trascina da anni, risultato delle politiche di un governo che all'accoglienza preferisce politiche ostili verso i migranti, che li costringe nel limbo dell'illegalità. E poi c'è un indecoroso scarico di responsabilità a livello locale, tra Prefettura, Questura e Comune di Torino: non è accettabile che a distanza di due anni non si sia trovata una soluzione rispettosa delle persone migranti. A quando una passeggiata del Sindaco Lo Russo in corso Verona?”.

Sulla questione ecco giunto, a stretto giro di posta, il commento del Pd piemontese che annuncia che sarà "presente lunedì 27 gennaio accanto alle organizzazioni sindacali, di fronte all’ufficio immigrazione di Corso Verona, per ribadire l’urgenza di affrontare una situazione che non è decorosa per le persone in attesa di legittimi documenti, per i lavoratori della polizia di Stato e per lo Stato stesso", hanno dichiarato Gianna PenteneroNadia Conticelli e il segretario regionale Mimmo Rossi.

"Questa situazione va avanti da troppo  tempo,  con una struttura dichiarata inagibile due anni fa. Il rinnovo e il rilascio dei permessi di soggiorno sono fondamentali affinché i cittadini stranieri possano muoversi, lavorare e vivere  nel nostro territorio nella legalità e nella pienezza dei diritti che la legge riconosce loro. La situazione che si è venuta a creare di fatto nega questi diritti. Rendere le tempistiche e l’accesso ai documenti una tragica roulette, significa rendere le persone invisibili, costringerle  nella clandestinità, alimentare il disagio sociale", hanno aggiunto i tre esponenti dem.

"Bene l’invio della Protezione civile da parte del Comune di Torino, perché può lenire una situazione drammatica, ma serve un intervento strutturale da parte del Governo che deve intervenire garantendo sedi e personale adeguati al fine di superare un disservizio che è diventato strutturale. Si dimostri che non c’è una volontà politica di scaricare sugli ultimi e sulla città posizioni ideologiche sul fenomeno migratorio, che alimentano la tensione sociale".

"Aspettiamo di comprendere nel dettaglio il piano e i tempi per l’eventuale decentramento degli uffici per il rilascio dei permessi di soggiorno, ma non si tratta di una mera operazione immobiliare. Il Governo deve garantire a Torino le risorse necessarie attraverso un investimento straordinario, in termini di personale e dotazioni informatiche", hanno concluso Pentenero, Conticelli e Rossi. "La soluzione non sta nel reperire uno spazio chiuso, dove le persone possano affrontare 12 ore di coda, si tratta di eliminare le 12 ore di coda, investendo anche su percorsi di accesso informatizzati e sui mediatori culturali".

Potere al Popolo” e “Casa del Popolo Estella” non sono indifferenti a quanto sta accadendo e sono tra i promotori della catena di solidarietà che si è attivata in queste settimane. Decine di persone stanno andando di fronte all’Ufficio Immigrazione di Corso Verona – alle 22 del lunedì e del mercoledì - a portare thè caldo, coperte, giacche, tanta indignazione e la propria solidarietà. 

redazione

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