Economia e lavoro - 16 gennaio 2025, 07:00

Processi di frollatura: come ottenere una carne più tenera e saporita

La frollatura della carne rappresenta uno dei processi più importanti nell’industria alimentare e nella cucina di alto livello.

Processi di frollatura: come ottenere una carne più tenera e saporita

La frollatura della carne rappresenta uno dei processi più importanti nell’industria alimentare e nella cucina di alto livello. È una pratica essenziale per migliorare la qualità organolettica della carne, esaltandone sapore e tenerezza. In questo articolo, grazie ai consigli di una macelleria specializzata in carne frollata (Da Carlo, con sede a Genova ma che opera in tutta Italia), analizzeremo i principi fondamentali di questo processo, con un approccio tecnico e scientifico.

Cos'è la frollatura della carne?

La frollatura è un processo di maturazione controllata che avviene dopo la macellazione, durante il quale la carne viene conservata in condizioni specifiche di temperatura, umidità e ventilazione. Il suo obiettivo principale è permettere l’azione degli enzimi proteolitici naturalmente presenti nel tessuto muscolare, che degradano le proteine miofibrillari e il collagene del tessuto connettivo. Questo processo comporta una significativa riduzione della rigidità muscolare post-mortem, rendendo la carne più tenera.

Dal punto di vista biochimico, le proteasi come la calpaina svolgono un ruolo cruciale nella rottura delle fibre muscolari. Parallelamente, avvengono reazioni chimiche che sviluppano composti volatili responsabili dell’aroma caratteristico della carne maturata.

Importanza della frollatura per la tenerezza e il sapore

La frollatura incide direttamente sulla qualità sensoriale della carne. Innanzitutto, rende la carne più tenera, un aspetto cruciale per i consumatori e per gli chef. Questo avviene grazie alla parziale disgregazione dei sarcomeri muscolari e delle connessioni tra fibre. Allo stesso tempo, il sapore viene intensificato attraverso la formazione di composti aromatici derivanti dall’ossidazione dei lipidi e dalla reazione di Maillard durante la cottura.

Un’altra caratteristica distintiva della carne frollata è il miglioramento della succosità, ottenuto grazie alla maggiore capacità del tessuto muscolare di trattenere l’acqua. Questo effetto è particolarmente evidente nei tagli sottoposti a frollatura prolungata, dove i succhi naturali si concentrano ulteriormente.

Tecniche principali di frollatura

Frollatura a secco (Dry Aging)

La frollatura a secco è una tecnica tradizionale che prevede la conservazione della carne in celle refrigerate con umidità relativa del 75-85% e temperature comprese tra 0 °C e 2 °C. Durante questo processo, la carne è esposta direttamente all’aria, favorendo l’evaporazione dell’acqua superficiale. Questo fenomeno concentra i sapori e permette la formazione di una crosta esterna, che protegge il tessuto interno.

La durata della frollatura a secco può variare da 14 a 60 giorni, a seconda delle caratteristiche del taglio e delle preferenze desiderate. Sebbene comporti una perdita di peso significativa (fino al 20%), il risultato finale è una carne di qualità superiore, ideale per preparazioni gourmet.

Frollatura sottovuoto (Wet Aging)

La frollatura sottovuoto consiste nel sigillare la carne in buste di plastica impermeabili all’aria e conservarla a temperature tra 0 °C e 2 °C. In questo ambiente privo di ossigeno, l’attività enzimatica avviene nei succhi naturali della carne, mantenendola più idratata rispetto alla frollatura a secco.

Questo metodo è più rapido e riduce al minimo la perdita di peso. Tuttavia, il profilo aromatico risulta meno complesso rispetto al dry aging, rendendolo una scelta più comune per produzioni su larga scala o per carni destinate a preparazioni rapide.

Tempistiche e condizioni ideali per una frollatura efficace

La durata della frollatura dipende dal tipo di carne e dall’obiettivo desiderato:

  • Carni bovine: I tagli più pregiati, come la lombata e la costata, richiedono dai 20 ai 30 giorni per sviluppare le caratteristiche ottimali.
  • Carni suine: Per i tagli più grassi, come il lardo o la pancetta, sono sufficienti 7-14 giorni.
  • Carni di selvaggina: Possono necessitare di oltre 30 giorni per mitigare la fibra dura e intensificare i sapori.

Le condizioni ideali prevedono:

  • Temperatura: Tra 0 °C e 4 °C per evitare la proliferazione microbica.
  • Umidità relativa: 80-85% per mantenere la superficie della carne idratata.
  • Ventilazione: Un ricambio d’aria costante per prevenire la formazione di muffe indesiderate.

Quali tipi di carne beneficiano maggiormente della frollatura?

Non tutte le carni reagiscono allo stesso modo alla frollatura. Le carni rosse, come il manzo e in particolare i tagli marmorizzati con un’alta percentuale di grasso intramuscolare, beneficiano maggiormente del processo. Il grasso contribuisce a preservare l’umidità e a sviluppare aromi complessi durante la maturazione.

Anche alcune carni suine e ovine possono essere sottoposte a frollatura, sebbene con risultati meno marcati rispetto al manzo. Al contrario, carni bianche e magre, come pollo e tacchino, non richiedono frollatura prolungata, in quanto tendono a perdere succosità senza sviluppare note aromatiche significative.

Conclusione

La frollatura della carne è un’arte che unisce scienza e pratica culinaria. Comprendere i principi tecnici e applicativi di questo processo permette di valorizzare al massimo le caratteristiche della carne, offrendo un prodotto superiore in termini di qualità organolettica. Che si tratti di dry aging o wet aging, la chiave del successo risiede nel controllo rigoroso delle condizioni ambientali e nella scelta del taglio più adatto. Per i professionisti del settore alimentare, padroneggiare la frollatura rappresenta una competenza imprescindibile per distinguersi sul mercato.

Richy Garino

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