Il sindaco Stefano Lo Russo torna a difendere il “modello” Askatusana, dove la Città ha firmato un patto di collaborazione con i cittadini per la riqualificazione ed uso dell’ex centro sociale come “bene comune”. Parole che arrivano all’indomani del maxi-processo in corso al tribunale di Torino dove l’Avvocatura dello Stato ha chiesto circa 6 milioni e 800 mila euro di danni agli ex occupanti dell’immobile di corso Regina 47.
"Tolleranza zero su chi delinque"
“Non commento mai – ha ribadito il primo cittadino- le inchieste: è un terreno giudiziario che credo sia giusto osservare con rispetto istituzionale. Discorso diverso sono i muri di corso Regina 47, che in alcuni casi vengono confusi con le persone che delinquono sulle quali la tolleranza deve essere zero. Le responsabilità penali delle persone che hanno compiuto reati vanno individuate, perseguite nel rispetto del codice penale, con fermezza e determinazione”.
Devastazione durante il corteo per Ramy
Sul fronte della nuova destinazione d’uso di Aska oggi è una giornata importante: nel pomeriggio verranno auditi i referenti che si sono fatti carico del progetto. Da tempo i partiti di centrodestra sollecitano una linea dura sull’ex centro sociale, fatta di sgomberi e sigilli. Misure nuovamente richieste dopo il corteo per le vie di Torino in solidarietà a Ramy, durante i quali sono state vandalizzate le strade di Aurora, ma anche assaltato il commissariato alle Porte Palatine e la caserma dei Carabinieri in piazza Carlina.
“Faccio politica – ha spiegato il sindaco - da tanti anni: quando si parla di sgomberi bisogna stare attenti, perché io libero un luogo ma non è detto che risolva un problema. Noi abbiamo avviato un processo che è molto difficile e si presta a questo livello di strumentalizzazioni”.
“Sono dispiaciuto - ha aggiunto - di questa polemica continua: ribadisco la piena e totale condanna delle persone che hanno colpito le forze di polizia e coloro che sono responsabili penalmente, discorso diverso è il destino immobiliare di quel palazzo. Mescolare le due cose non fa un gran servizio alla città”.
Il progetto per Aska
“Non è compito del sindaco identificare la responsabilità penale di chi tira i sassi alla polizia, ci sono le autorità preposte per questo: io sollecito a individuare e perseguire i colpevoli. Discorso diverso è avere un immobile in una posizione strategica, di cui nessuno si è occupato per 30 anni: abbiamo intrapreso una strada, sappiamo che è difficile ma siamo convinti di doverci provare fino alla fine. Se quel luogo diventerà un centro per il quartiere, avremmo risolto il problema e fatto un servizio a Torino” ha concluso Lo Russo.