Vetrina di negozi alimentari, pasticcerie, grande distribuzione. Vengo attratto dalla scritta: “Panettone e Pandoro al 50%”. L’ ho letta, in queste settimane, in diverse città italiane. E credo che molti di voi avranno notato lo stesso annuncio.
Ma perché? Panettone e pandoro, specie quelli prodotti dai grandi marchi, hanno una scadenza ad almeno di 6 mesi dalla data di produzione.
La realtà è che noi italiani mangiamo il panettone solo a Natale. Dopo la Befana non va più bene.
E’ un’ abitudine soltanto nostra, italica. Non c’è alcuna controindicazione, è proprio solo una abitudine. Che però trovo assurda. E che si ripete a Pasqua con le Colombe…
Questa usanza ha una serie di conseguenze negative. Innanzitutto si costringono le aziende produttrici – sia quelle industriali che artigiane – nei mesi di ottobre, novembre, dicembre a stress occupazionali (tripli turni, straordinari, ecc.) per poi rallentare, o addirittura interrompere il contratto lavorativo, subito dopo le feste natalizie.
E poi tutto l’invenduto che fine fa? Va al macero?
Qualche anno fa mi presentai a una grigliata estiva con un panettone, dopo aver controllato la data di scadenza, ovviamente. Non mancarono occhiate strane e battute ironiche da parte degli amici. Quando a fine pasto quel panettone fu servito con gelato alla crema, pistacchio e cioccolato fu un successo incredibile. Non mancarono i bis e i tris…
In Francia, così come negli States, lo trovi disponibile 12 mesi all’ anno. Eppure è un dolce tipicamente italiano, perchè dobbiamo farci insegnare dagli stranieri che si può consumare sempre?