"L'utilizzo libero del Parco Dora da parte dei cittadini è sempre più compromesso dal susseguirsi di grandi eventi, dal montaggio/smontaggio delle loro attrezzature, dai lavori di recupero delle aree verdi distrutte al termine del tutto". Comincia così la lettera che il Comitato Dora Spina Tre ha indirizzato al Comune per far sentire la voce di chi, quella fetta di città, la vive tutti i giorni. O almeno, ci prova.
Dal Kappa Futur festival a Terra Madre, il calendario in effetti propone spesso iniziative di un certo rilievo. Che però, immancabilmente, lasciano dietro di sé una scia di "testimonianze". "Si viene a sapere che i lavori di ripristino della zona del Parco concessa a grandi iniziative private dureranno prevedibilmente fino a fine marzo del prossimo anno e avverranno in modo articolato. Ciò significa che quella che dovrebbe essere un'area verde a disposizione dei cittadini sarà in buona parte chiusa per quasi 9 mesi, a cominciare dall'installazione a giugno del Kappa Futur
Festival 2024 fino alla primavera 2025, per poi nuovamente essere occupata dopo pochi mesi dalla nuova edizione del Kappa e a seguire da altri eventi collocati dall'Amministrazione comunale in una grande porzione del Parco. La quale afferma che il Parco Dora “per le sue caratteristiche (sic), ben si presta ad ospitare grandi eventi e manifestazioni”.
Di questo passo, insistono i componenti del Comitato, "qualcuno poco interessato al bene comune rappresentato da quell'area verde, potrebbe in futuro pensare: “che senso ha seminare il prato a marzo quando a giugno il Parco sarà nuovamente distrutto dal Kappa Festival e poi da Terra Madre? Tanto varrebbe chiudere quell'area del tutto e cementificarla per favorire l'organizzazione di grandi eventi”.
"Ciò rappresenta la triste fine di una parte significativa di un grande Parco come l'avevamo conosciuto per pochi anni, dopo la lunga fase della sua realizzazione e prima dei grandi eventi imposti al territorio. Ed ora declassato a parco di serie B - conclude la lettera -. E' inevitabile quindi che molti cittadini, che erano venuti ad abitare in Spina 3 anche per la presenza di un parco di prossimità, com'era stato ampiamente propagandato, dovranno fare iniziative per farsi sentire dalle Istituzioni in merito alla vivibilità del quartiere e del Parco Dora in tutti i mesi dell'anno oppure ricercare altrove la propria tranquillità. Tenendo conto che l'impatto negativo sui residenti delle case che attorniano il Parco, e anche sulla sua fauna e flora, è ormai molto più grande delle poche migliaia di euro versate dagli organizzatori dei grandi eventi per l'occupazione del suolo pubblico e per le risibili “compensazioni” dell'impatto procurato sul quartiere e sul Parco".