Situata quasi al confine ovest della regione di Donetsk, la città di Pokrovsk è importante sia a livello militare che economico. Anzi soprattutto le implicazioni economiche di una sua caduta sarebbero gravissime per Kiev. Come riporta il sito Strumenti Politici, le truppe russe si stanno avvicinando ormai alla sua conquista, bloccando in questo modo una linea essenziale di rifornimento e passaggio dell’esercito ucraino. E inoltre toglieranno a Zelensky la possibilità di continuare a sfruttare la vicina miniera, l’ultima che dà agli ucraini il carbone da coke, elemento vitale all’industria siderurgica. E cioè fondamentale per la produzione bellica e la fabbricazione di armi. L’acciaieria Metinvest BV, titolare degli impianti, ha già ridotto i lavori. Ora sta considerando la chiusura completa e l’evacuazione di tutto il personale. Il fronte infatti si avvicina e con esso il rischio per chi opera nella miniera. Si prevede così il dimezzamento della produzione di acciaio di Kiev, che era seriamente ridotta negli ultimi due anni. All’Ucraina verrà quindi a mancare un indirizzo fondamentale della sua economia. Senza le sue esportazioni di acciaio alla fine si abbatterà un’ondata di rincari pure sui consumatori europei. Altresì nel settore edilizio si sentiranno le conseguenze, come se non bastasse la corruzione a intralciare la riparazione e la costruzione di fortificazioni per le centrali elettriche. Così, meno materiali significa meno costruzioni e dunque meno protezione alle centraline, più esposte agli attacchi nemici. Oggi ai cittadini viene spenta la luce per molte ore al giorno. Ma non sembra nemmeno probabile una tregua per le festività, come auspicato dal premier ungherese Orban che ha contattato Putin e hai poi criticato Zelensky di non volere la pace o almeno un cessate il fuoco.