Tre le mostre che celebrano i 40 anni del Castello di Rivoli, aperto precisamente il 19 dicembre 1984.
Il ri-allestimento delle collezioni: Ouverture 2024
Ouverture 2024 è la prima parte del percorso che occupa due piani del Castello. Il titolo cita intenzionalmente quello utilizzato per la mostra inaugurale curata da Rudi Fuchs, primo Direttore del Castello. La mostra era progettata come ipotesi di una collezione a venire. Incentrata su opere al tempo nuove o recenti, la mostra riconosceva il valore delle ricerche individuali dei singoli artisti, più che la loro appartenenza a movimenti storico-artistici.
Il progetto di oggi si concentra principalmente sulle opere della collezione, che oggi conta oltre 900 opere, prodotte a partire dagli anni 2000 - con qualche eccezione per riaffermare l’essenziale focus sul contemporaneo dell’istituzione. Curata da Francesco Manacorda e Marcella Beccaria, Ouverture 2024 è concepita come una proposta per un museo del XXI secolo, radicato in Europa, ma aperto a una più ampia visione globale.
"Volevamo tornare alle origini del Museo - spiega il direttore Francesco Manacorda - e dei suoi valori fondanti, di quella che era stata definita un’utopia possibile. Rivoli fu il primo Museo in Italia dedicato solo all’arte contemporanea. Fuchs allora aveva invitato artisti suoi contemporanei con opere per la maggior parte prodotte tra il ‘75 e l’84. Seguendo la sua linea, abbiamo installato opere create dal 2010 in avanti, perché ripresentiamo la contemporaneità. Qui ci sono le opere che il pubblico deve vedere".
"Il Museo è un organismo vivente che si trasforma - aggiunge Marcella Beccaria -. Viviamo in una situazione economica e sociale diversa da quella del 1984, ma abbiamo trovato negli artisti dei grandi alleati per l’allestimento delle opere".
Lungo il nuovo percorso i visitatori potranno ammirare il lavoro di una cinquantina di artisti tra cui Otobong Nkanga, Ingela Ihrman, Michael Rakowitz, Roberto Cuoghi, Anna Boghiguian, Chiara Fumai, Nalini Malani.
Tra loro anche l’ucraina Zhanna Kadyrova fuggita nei Carpazi dopo l’inizio della guerra ha continuato a lavorare. Frutto di questo lavoro è l’opera Palianytsia, letteralmente pane, un prodotto che oggi permette di sfamarsi ma anche di distinguere il nemico dall’amico: la parola pane infatti viene pronunciata in modo diverso tra russo e ucraino.
Il Museo però non dimentica il passato. Agli artisti “nuovi” si aggiungono le opere permanenti come quella di Sol Lewitt, De Maria, Cattelan, Pistoletto.
"Le opere in mostra danno l’idea di quello che vediamo come Museo nei prossimi dieci anni", conclude Manacorda. Ovvero un museo inclusivo, attuale, polifonico.
L’installazione di Gabriel Orozco
Nel contesto delle celebrazioni per il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli, nella sala 18 del Castello è presentata la monumentale installazione Shade Between Rings of Air (Ombra tra anelli d’aria), 2003, di Gabriel Orozco (Xalapa, Messico, 1962).
Entrata nelle Collezioni del Museo nel 2023 grazie a una generosa donazione dell’artista, l'opera è ispirata al capolavoro dell’architettura italiana La Pensilina, struttura realizzata nel 1952 da Carlo Scarpa, per il Padiglione centrale presso i Giardini della Biennale di Venezia. Copia in scala 1:1 della struttura di Scarpa, l’installazione di Orozco accoglie l’intero progetto originale, nei cui connotati l’artista riconosce equilibri e relazioni che appartengono alla sua stessa ricerca, a partire dalla predilezione per la cultura giapponese e le forme circolari. Dopo l’iniziale presentazione in occasione della 50esima Biennale di Venezia nel 2003, Shade Between Rings of Air è stata esposta al Palacio de Cristal a Madrid e successivamente al Palacio de Bellas Artes a Città del Messico nel 2004. Il nuovo allestimento è sviluppato appositamente per il Castello di Rivoli ed è realizzato in dialogo con l’artista.
"Ok questa sala altri artisti potranno entrare in dialogo nei mesi a venire", aggiungono Manacorda e Beccaria.
Il Castello incantato per i più piccoli
Il Castello incantato intende dedicare ai non adulti un intero piano del Castello di Rivoli. Riconoscendo i bambini e i giovani quali ‘visitatori ideali’ di tali spazi, il progetto permette al resto del pubblico di esperire un allestimento disegnato per i loro occhi, menti e cuori e come tale un museo ‘re-incantato’. Un progetto innovativo che trasforma il Museo in una palestra pedagogica esperienziale e inclusiva e in una scuola di cittadinanza attiva. Per la prima volta, la narrazione intorno alle opere sarà un work in progress pensato e costruito insieme a un gruppo di ragazzi di Rivoli tra i 6 e 17 anni.
I progetti a muro che ci raccontano le opere di artisti come Giliberto Zorio e Carla Accardi attraverso le parole dei più piccoli che ci raccontano perché le opere ci interessano e sono importanti oggi con il loro sguardo sgombro da pregiudizi.
Tra le sorprese anche l’opera interattiva di Paola Pivi, Free Land Scape, esposta per la prima volta in Italia.
Un'installazione monumentale fatta di teloni di jeans all’interno del quale ci si può divertire o rilassarsi. "Il visitatore è al centro dell’opera - commenta l'artista -. Sono molto contenta che realtà come il Castello di Rivoli investano in opere come questa, sperimentali, non vendibili e interattive".