Attualità - 18 dicembre 2024, 13:35

"Guardare dopo il reato". A Torino un patto per dare una seconda possibilità ai giovani

Questa mattina rinnovato il protocollo di intesa "Ricominciamo" tra Città, Polizia Locale, Procura dei minori e ASAI

A Torino un patto per dare una seconda possibilità ai giovani

A Torino un patto per dare una seconda possibilità ai giovani

Dare una seconda possibilità a ragazzi e ragazze accusati di bullismo, furti ed altri reati, coinvolgendoli in attività riparatorie in ambito sociale e percorsi di legalità. È questo l'obiettivo del protocollo di intesa "Ricominciamo", rinnovato questa mattina dalla Città, Polizia Locale, Procura dei minori e l'associazione ASAI. 

"Guardare dopo il reato" 

"Il focus importante della giustizia riparativa - ha commentato la vicesindaca Michela Favaro - è guardare dopo il reato: costruire un futuro per l'autore e le vittime. Un segnale di speranza: la vita offre seconde opportunità, in questo caso un percorso che consente un reinserimento nella vita sociale. È anche quello che ci chiede nostra la nostra Costituzione". 

A confermare che il progetto, attivo dal 2009, funziona sono i numeri: ogni anno vengono attivati tra i 35 ed i 40 percorsi. "La recidiva - ha chiarito Francesco Caligaris, presidente di ASAI - rispetto a chi ha fatto giustizia riparativa è inferiore al 2%".  L'associazione segue i ragazzi con tutor, coinvolgendoli in iniziative educative.

Le attività 

Le attività di riparazione includono laboratori di artistici (teatro, musica, giocoleria, ecc.), animazione con bambini, accompagnamento allo studio di altri minori, cura di spazi pubblici, accudimento di persone o animali. La fase della ricomposizione prevede invece uno o più incontri di preparazione separata di autori e vittime del reato partecipanti al percorso, coinvolgendo anche familiari o insegnanti coinvolti nella vicenda se il fatto è accaduto a scuola, offrendo loro l’opportunità di parlare e raccontare il proprio vissuto in relazione alla vicenda. 

I commenti

"La creazione di una rete - ha sottolineato la Procuratrice Emma Avezzù - punta a cogliere l’esigenza di accompagnare il minore verso un percorso che considera il reato non come una semplice violazione di una norma di legge, soggetta a pena, ma come un’opportunità per riflettere sul disvalore delle proprie azioni avendo la possibilità di riparare al danno arrecato".

"Come Polizia Locale - ha osservato l'assessore alla Sicurezza Marco Porcedda  sappiamo quanto l’attività di educazione possa essere fondamentale nella prevenzione dei reati e nel promuovere educazione alla legalità e responsabilità individuale tra i più giovani”.

Cinzia Gatti

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