Economia e lavoro - 11 dicembre 2024, 11:00

Società Chimica Larderello e lo spettro dell’amianto

La Corte di Appello di Firenze condanna l’INPS per esposizione ad asbesto di un ex dipendente

Società Chimica Larderello e lo spettro dell’amianto

L’amianto continua a mietere vittime e insorgono ulteriori nuove diagnosi, mentre continuano anche le esposizioni per la tardiva bonifica ancora oggi in corso in Italia. Soprattutto nelle regioni maggiormente colpite da questo killer silente, come Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e le altre zone del Nord Italia. Nel frattempo, coloro che sono già affetti da patologie asbesto correlate continuano la loro lotta giuridica per ottenere tutti i benefici spettanti. Un altro caso riconducibile a una esposizione nella Società Chimica Larderello giunge a una prima vittoria in appello. La Corte di Appello di Firenze, infatti, dopo quasi dieci anni di iter amministrativo e giudiziario, è giunta a pronunciarsi in favore di un ex dipendente della società della provincia di Pisa. Il Giudice ha riconosciuto il diritto di un ex lavoratore esposto ad amianto ad ottenere la maggiorazione della pensione con il beneficio 1,5, come previsto per legge.

Società Chimica Larderello: storia di un sito industriale colmo di amianto 

La Società Chimica Larderello è un'industria chimica dedicata allo sviluppo di prodotti a base di boro, fondata nel 1818 nel comune di Pomarance, nella frazione di Larderello. Tra i prodotti principali che sono stati prodotti l’acido borico, penta e tetraborati di sodio, potassio e ammonio anidri e idrati, borato di zinco e boro in sospensione. Alcuni dei prodotti realizzati in questo sito hanno trovato applicazione nel settore nucleare, in particolare per l’assorbimento di neutroni e, in caso di incidenti, per lo spegnimento della reazione a catena della fissione nucleare. Gli stessi prodotti hanno trovato altresì impiego nell’ambito elettronico, chimico e farmaceutico, nell’industria del vetro, nella lavorazione degli smalti, delle vernici, della pelle, della carta, degli adesivi e degli esplosivi, e sempre più anche nel potenziamento della “linea green” che si basa sulla produzione sperimentale di nuovi fertilizzanti biologici, con impiego nell’agricoltura.

All’interno della Società Chimica Larderello l’amianto era ovunque, anche come dichiarato in numerose testimonianze di ex dipendenti dello stesso stabilimento. Inoltre, la produzione avveniva “a caldo”, quindi l’asbesto è stato utilizzato nel rivestimento delle pareti, nel tetto, nelle guarnizioni presenti nelle condutture, nel rivestimento dei bruciatori, nel rivestimento dei silos di stoccaggio dei materiali e non solo.

Anche i reattori e gli scambiatori di calore erano coibentati con materiale isolante contenente amianto senza un involucro protettivo esterno. Solo negli anni ’80, con la ristrutturazione e rinnovamento degli impianti, le coibentazioni in amianto sono state foderate con una lamiera. Ma ancora al momento del pensionamento del lavoratore coinvolto nella vicenda giuridica numerosi serbatoi e reattori erano ancora sprovvisti di tale rivestimento.

La vicenda giudiziaria contro l’INPS

L’ex dipendente della Società Chimica Larderello, B.A., ha sempre lavorato all’interno dell’impianto come operatore chimico di impianto, dal 1967 al 1982, per ben quindici anni nella stessa Larderello, e successivamente fino al 1999 presso l’impianto chimico Saline di Volterra. Il Sig. B.A. era stato assunto dalla società in qualità di “operatore”, addetto al controllo del funzionamento dell’impianto, con compito di intervenire per correggere eventuali anomalie e per effettuare interventi di piccola manutenzione.

Dopo un primo rigetto delle proprie richieste da parte dell’INPS, l’ex lavoratore ha presentato ricorso innanzi il Tribunale di Pisa. Anche quest’ultimo ha però negato la maggiorazione della pensione INPS in godimento a B.A., che grazie all’appoggio del suo legale di fiducia Avv. Ezio Bonanni, nonché Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha deciso di impugnare la pronuncia.

La Corte di Appello di Firenze, a sua volta, ha istruito la causa con l’ammissione della CTU tecnico ambientale. Il consulente tecnico d’ufficio ha accertato che i lavoratori dipendenti della Società Chimica Larderello, addetti alle mansioni di controllo del funzionamento dell’impianto con eventuali interventi di manutenzione, hanno lavorato in un ambiente caratterizzato dalla presenza di amianto. Non solamente per inquinamento primario, ma anche per inquinamento secondario. Pertanto, anche il Sig. B.A. è stato esposto a fibre e polveri di amianto in elevate concentrazioni, superiori ai limiti di legge, per l’intero periodo di lavoro dal marzo 1967 al 31 dicembre 1995.

La Corte di Appello di Firenze, dopo una prima decisione negativa resa dal Giudice di primo grado, ha finalmente reso giustizia all’ex lavoratore. Il Sig. B.A., quasi ottantenne, dopo anni di esposizione cancerogena e continuativa ad asbesto ha pertanto ottenuto la condanna dell’INPS all’adeguamento della pensione, al pari dei suoi colleghi di lavoro.

“La Corte Fiorentina ha reso giustizia, dopo una prima pronuncia negativa, finalmente il Sig. B.A. a quasi ottanta anni di età ottiene i benefici perché esposto ad amianto”, ha così commentato la recente sentenza l’Avv. Ezio Bonanni, difensore del lavoratore e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Pertanto, sulla base della decisione della Corte di Appello di Firenze, l’ex dipendente della Società Chimica Larderello avrà una pensione mensile con un aumento di 400 euro circa. Questo inciderà anche sugli arretrati, che dovranno essere conteggiati e versati da INPS, che ammonteranno circa a 100 mila euro.

L’impegno proficuo dell’ONA su scala nazionale

L’ONA sta gettando un ponte che coinvolge anche i nostri uomini in divisa, in particolare le Forze Armate. In modo particolare, è essenziale il ruolo svolto dal Comitato del Ripristino della Festa del 4 Novembre, guidato dal Tenente Pasquale Trabucco. Infatti, è fondamentale tener conto che il rischio amianto riguarda anche le Forze Armate, in particolare l’Esercito Italiano. Ne sa qualcosa il Col. del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, che ha subito anche esposizioni ad uranio impoverito. Questo rischio amianto riguarda anche la Marina Militare e l’Aeronautica e perfino la Guardia di Finanza. Uno dei componenti del Direttivo Nazionale dell’ONA è proprio il M.llo Nicola Panei, che purtroppo è stato colto da asbestosi, per la sua lunga esposizione al servizio antincendi dell’Aeronautica Militare. Per questo motivo, l’impegno prosegue anche nella tutela dei nostri uomini in divisa. Quindi, l’ONA APS, costituita in provincia di Latina già nel 2008, agisce in piena collaborazione con l’Osservatorio Vittime del Dovere, che la sua associazione gemella. Allo stesso tempo, ampia collaborazione con l’Accademia della Legalità. È sempre molto importante il servizio medico legale, che è svolto da medici volontari, tra i quali il co-ordinatore Dott. Arturo Cianciosi. Questi agisce in stretto contatto con il servizio di indagine criminologica. In questi termini, va ricordato l’impegno della giovane criminologa, Dott.ssa Melissa Trombetta. Proprio quest’ultima è una delle poche criminologhe che in Italia si occupano del crimine ambientale, raccogliendo dati fondamentali elaborati dal medico legale Dott. Arturo Cianciosi, che ha costituito un’ulteriore banca dati in collaborazione con l’Ing. Flavio Domenichini. In altri termini, è fondamentale il ruolo della interdisciplinarità, ovvero della collaborazione tra le diverse figure professionali, come ha recentemente ribadito l’Avv. Guerrino Petillo, co-ordinatore dell’Accademia Forense di Roma ed esperto in alta formazione, con l’Università UNINT (Università degli Studi Internazionali di Roma).

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, con lo sportello amianto, rende la consulenza attraverso il numero verde gratuito 800 034 294.

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