Non solo la grande azienda e i suoi operai. La crisi dell'automotive spaventa (e non poco) soprattutto la filiera di piccole e medie imprese che scandisce il tessuto produttivo piemontese. E le ultime evoluzioni legate non solo a Stellantis, ma a tutto il comparto industriale regionale non possono che aumentare certi timori.
"Siamo fortemente preoccupati dalla significativa flessione della produzione industriale registrata a ottobre dall’Istat, che mostra una contrazione sia su base mensile che su base annua - dicono da Cna Piemonte - Questo dato negativo è ancora più allarmante perché si tratta di una riduzione diffusa in tutti i settori di attività, con conseguenze particolarmente pesanti per il comparto manifatturiero piemontese, dove l’automotive rappresenta una colonna portante dell’economia regionale".
Pesa l'export (in flessione del 3,6%), ma anche la generale riduzione del peso dell’industria sul prodotto interno lordo. Soprattutto per una regione a vocazione manifatturiera come il Piemonte. "La crisi di Stellantis, in particolare, è emblematica di una difficoltà che coinvolge l’intero comparto automotive, con pesanti ripercussioni sulle piccole e medie imprese piemontesi che operano nella filiera - proseguono dalla sigla datoriale -. Non si può ignorare che le decisioni aziendali di ridimensionamento della produzione e di delocalizzazione colpiscono duramente il nostro territorio, generando perdita di posti di lavoro, contrazione delle competenze e riduzione degli investimenti locali. La situazione di Stellantis rischia di aggravare ulteriormente il quadro già fragile della produzione industriale, con un effetto domino che mette in ginocchio migliaia di micro e piccole imprese che costituiscono l’ossatura della filiera automobilistica piemontese".
“Come CNA Piemonte riteniamo che la crisi che attraversa il settore automotive, aggravata dalla situazione di Stellantis e dalla contrazione delle esportazioni, rappresenti un’emergenza strategica per il Piemonte - dice Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte -. Non possiamo perdere di vista la necessità di politiche industriali orientate a sostenere le filiere locali. Servono strumenti finanziari mirati per le piccole e medie imprese e un’azione concertata tra istituzioni e imprese per agevolare la transizione tecnologica e la competitività, anche attraverso una revisione dei meccanismi di accesso agli incentivi come Transizione 4.0 e Transizione 5.0, oggi resi inefficaci da eccessivi ostacoli burocratici”.
“Durante l’audizione in Terza Commissione del Consiglio Regionale, abbiamo portato all’attenzione dei decisori politici le criticità che colpiscono l’intera filiera dell’automotive, con particolare riferimento alle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese - aggiunge Giovanni Genovesio, presidente di CNA Piemonte -. Abbiamo proposto di intervenire con il supporto della finanziaria regionale per agevolare il rilancio di aziende in crisi, sottolineando la necessità di un approccio strategico condiviso. Il Piemonte deve tornare a valorizzare il ruolo centrale dell’industria manifatturiera e dell’automotive per garantire la tenuta economica e sociale del territorio. Questo comparto, cruciale per l’intera economia regionale, deve diventare una priorità assoluta nelle politiche di sviluppo economico”.