Il sindaco Stefano Lo Russo si oppone per via legale alla chiusura dei cinque uffici postali di Torino. Il Comune ha infatti presentato ricorso al TAR contro Poste Italiane, che lo scorso 14 ottobre aveva annunciato di voler riorganizzare il servizio in favore di una maggiore digitalizzazione, del potenziamento dell'App per i pagamenti e gli altri servizi online.
Gli uffici che chiudono
A fare le spese di questo piano sono i cinque uffici postali, che abbasseranno definitivamente le serrande lunedì prossimo : via Nizza 88 (Torino 55), via Francesco Guicciardini 28 (Torino 13); via Verres 1/A (Torino 78); corso Casale 196 (Torino 53) e via alla Parrocchia 3/A (Torino 54). Ad essere maggiormente colpite dalla scure le zone di Torino est e nord, con tre chiusure di uffici postali tra Madonna del Pilone, Cavoretto e Barriera di Milano. Tocca poi al centro e San Salvario.
Stop a due uffici a Novara
Da qui la decisione della Città di Torino di ricorrere al Tar, tramite il sindaco Stefano Lo Russo, per annullare la decisione di Poste Italiane. Oltre al capoluogo piemontese, è previsto la chiusura di due uffici a Novara e Vignale. Nelle scorse settimane anche la Regione aveva tentato un'opera di mediazione con l'azienda.
L'assessore regionale agli Enti Locali Enrico Bussalino aveva incontrato i vertici di Poste, che avevano confermato di voler tirare dritto. Unica concessione l'apertura di nuovi Postamat dove abbasseranno le serrande i presidi.
Nuovi "punti di vicinato"
In parallelo verranno attivati anche i “PuntoLIS”, ovvero punti di appoggio presso negozi di vicinato come tabaccherie e farmacie, dove sarà possibile accedere a servizi postali di base. Questo per permettere ai residenti di poter ad esempio pagare le bollette e prelevare contante, in particolare nelle aree dove già si registrano carenze di banche.
Misure ricordate da Bussalino, rispondendo in Consiglio Regionale all'esponente del Pd Domenico Rossi. "L’ufficio fisico - ha replicato il dem - è ancora molto utilizzato da un’ampia parte di popolazione che ha scarso accesso alla digitalizzazione. La presenza di servizi decentrati sui territori rappresenta un presidio, oltre che un ausilio per le fasce più deboli e anziane".