Cronaca - 09 dicembre 2024, 12:08

Imbrattati con scritte no vax i muri della media Gobetti di Beinasco. Cannati: "Atto volgare e intimidatorio"

Il sindaco condanna l'episodio e si dichiara solidale con insegnanti e studenti: "Confidiamo nelle forze dell'ordine per risalire ai responsabili"

Imbrattati con scritte no vax i muri della media Gobetti di Beinasco

Imbrattati con scritte no vax i muri della media Gobetti di Beinasco

Un brutto risveglio ha segnato la mattinata di oggi, lunedì 9 dicembre, a Beinasco. Nella notte qualche gruppo di vandali, spacciandosi per paladini del pensiero “alternativo”, ha imbrattato la facciata della scuola media “Gobetti” e del Centro Giovani con slogan volgari, violenti e intimidatori.

Scritte volgari e slogan no vax

"Senza Co2 ed effetto serra non ci può essere vita sulla terra", è stato scritto con vernice rossa sui muri all'esterno della scuola di Beinasco. Ma anche "ai giovani tolgono le vite" e "Bimbo vaxato morto sempre malato", a conferma della matrice no vax di questa iniziativa, duramente condannata dal sindaco Daniel Cannati: "A nome di tutta l’Amministrazione, sono indignato per un’azione che, oltre a ferire l’immagine della nostra città, punta in modo vile a intimidire la scuola, luogo intoccabile di cultura, dialogo e futuro per i nostri ragazzi".

"Chi mi conosce sa bene quanto ritenga sacra la libertà di espressione, anche quando le idee sono distanti dalle mie, ma questo gesto non ha nulla a che fare con la democrazia: questi sono vandali, incivili e senza rispetto per un bene di tutta la comunità come la scuola", ha aggiunto il primo cittadino.

Cannati: "Indignato e offeso"

"La mia solidarietà va agli studenti, agli insegnanti, a tutto il personale della Gobetti e a tutti i cittadini di Beinasco che credono nella ragione e nel dialogo", ha concluso Cannati, che confida "in un rapido riconoscimento dei responsabili e garantiamo piena collaborazione alle forze dell’ordine nelle indagini. Non possiamo accettare che qualcuno cerchi di imporre le proprie idee danneggiando i beni comuni e costringendo la comunità a spendere risorse, che potrebbero essere spese meglio per le città, per rimediare a questi atti vandalici".

Massimo De Marzi

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