Disegni, musica, parole e immagini per far rivivere uno degli intellettuali più influenti del '900: è questo l'ambizioso progetto dei Tre Allegri Ragazzi Morti, band cult del panorama alternativo italiano, che riporteranno a Torino il loro spettacolo “Pasolini, concerto disegnato”.
L'appuntamento è fissato per mercoledì 11 dicembre da Hiroshima Mon Amour e fa parte del progetto “Pasolini e Calvino: la città svelata”, organizzato nell'ambito di “Torino che cultura” in collaborazione con Assemblea Teatro, Pav Parco Arte Vivente e Cap10100.
In attesa di questo attesissimo live, abbiamo intervistato il cantante dei TARM e fumettista Davide Toffolo, autore dei disegni “dal vivo” che animeranno una serata che si preannuncia decisamente suggestiva.
“Pasolini, concerto disegnato” è uno spettacolo che portate in tour già da alcuni anni: perché continuate a proporlo?
Perché ha una forma che permette di mettere in moto anche le mie capacità nel disegno: lo spettacolo, infatti, ruota intorno a diversi elementi presenti nella mia graphic novel “Intervista a Pasolini”, uscita nel 2001. Tutto questo, in una dimensione dal vivo, è in grado di creare una magia particolare. Nel caso specifico, siamo stati contattati da Hiroshima per partecipare al progetto “Pasolini e Calvino: la città svelata”.
Che influenza ha avuto Pasolini sulla vostra crescita personale e sulla vostra attività artistica?
Il nostro rapporto con Pasolini, pur essendo iniziato molti anni fa, continua tutt'ora perché per noi ha ancora una grande importanza: la sua lezione sulle possibilità di leggere il mondo e la realtà in modo critico, infatti, è la chiave che abbiamo usato anche noi per scrivere canzoni e fare quello che facciamo. La parola di Pasolini, inoltre, ha un'estetica così forte che si rischia di restare scottati, cosa successa anche a noi; a distanza di anni, portiamo ancora i segni di questo avvicinamento.
Quali sono, a proposito, i suoi tratti più contemporanei?
Sicuramente la capacità di mettere a fuoco le problematiche più importanti, senza dare per forza una risposta. In questo spettacolo, ad esempio, si sentirà la sua voce recitare la poesia “A un ragazzo”, che racconta l'impossibile rapporto tra le generazioni attraverso le difficoltà incontrate da un uomo adulto nel parlare a un ragazzo, un tema che tutti vivono nella propria esistenza. Noi, come band che ha sempre cercato di parlare alle nuove generazioni, ammettiamo comunque quanto questa difficoltà sia in grado di diventare così drammatica da sembrare irrisolvibile”.
Secondo voi è ancora in grado di parlare ai giovani di oggi?
Pasolini era un uomo del '900 con braccia, gambe e corpo del '900. I suoi miti erano Gesù Cristo, Karl Marx e Sigmund Freud: sinceramente, non so cosa sia rimasto oggi di questi tre personaggi, anche se la capacità di immaginare una dimensione critica rispetto alla realtà resta più che mai attuale.
“Pasolini, concerto disegnato” è uno spettacolo multidisciplinare, come si uniranno i vari elementi?
La chiave che dà l'originalità necessaria allo spettacolo è quella del disegno dal vivo: si tratta a tutti gli effetti di un racconto autobiografico, con una sua drammatizzazione semplice ma specifica, in cui è stato introdotto questo elemento nuovo in grado di trasmettere la fascinazione per la “creazione che nasce dal niente”; il disegno si “mangia” la musica e la presenza degli artisti sul palco, diventando il protagonista assoluto.
Siete riusciti a rinnovarlo nel corso degli anni?
La possibilità di rifarlo così tante volte in un periodo lungo 15 anni ci permette di aggiungere sempre qualcosa di nuovo, rendendolo diverso ogni volta che lo portiamo in scena. Come detto prima, lo spettacolo mette al centro i miei disegni, che si alterneranno ad azioni teatrali a cui parteciperò io stesso. Queste ultime saranno il collante che terrà insieme le 10 tavole che realizzerò e la musica quasi interamente strumentale con pezzi nostri e altri legati alla produzione di Pasolini.
Tornate a Torino, città legata sia al vostro ambiente musicale che a Pasolini: che rapporto avete con lei?
Torino, anche grazie ad Hiroshima, è stata una delle prime città che ha capito quello che stavamo facendo, permettendoci di suonare ancora prima dell'uscita dei nostri dischi ufficiali. Noi TARM, e io in particolare, la amiamo moltissimo perché ci siamo sentiti accettati fin da subito. Il nostro sound dal vivo, inoltre, è gestito da un grande fonico torinese come Mauro Tavella, storico collaboratore degli Africa Unite e dei Linea 77; viste queste premesse, possiamo dire che il nostro rapporto con Torino, più che sentimentale, è quasi familiare.