Alzi la mano chi conosceva, non solo di nome, Jack Savoretti. Sicuramente molti di meno rispetto a chi, quasi trent'anni fa, ballava invece sulle note di "Torn", il brano tormentone di Natalie Imbruglia che imperversava sul piccolo schermo tramite le emittenti musicali.
Due pop star internazionali sul palco delle Ogr
Due pop star con traiettorie di carriera diverse (uno in netta crescita, l'altra un po' scomparsa dai radar), ma che ieri però hanno reso magico il concerto di Natale del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali di Torino. Nella cornice delle Ogr - che si confermano ancora una volta una delle location più suggestive per ascoltare musica dal vivo in città - è stato soprattutto il cantautore italo-inglese a tenere in pugno la platea. Una presenza scenica notevole, affabile ai limiti del confidenziale, una voce clamorosa e un carisma che ha "sciolto" nel giro di un paio di brani l'inevitabile contegno che un pubblico di questo genere portava con sé. Almeno in origine.
Un ponte tra Italia e Regno Unito
Parlando in un italiano quasi perfetto (solo alcuni termini si perdevano nella traduzione simultanea che evidentemente viaggiava in tempo reale nel cervello di Savoretti), il cantautore ha regalato quasi un'ora e mezza di musica travolgente, in grado di alternare atmosfere ritmate ad altre decisamente più intimiste. Alcuni brani sono stati composti ed eseguiti in italiano, rendendo omaggio alle sue radici che portano in Liguria. Il tutto accompagnato da una band clamorosa. Musicisti "coi baffi", si sarebbe detto una volta.
Effetto Kobe Bryant
L'effetto? Un po' quello di quando Kobe Bryant parlava in italiano: un personaggio di proporzioni internazionali che si rendeva immediatamente accessibile. E Savoretti l'ha fatto senza che la sua musica perdesse nulla del carattere internazionale, né si piegasse ai cliché della canzone del Bel Paese.
Un successo, insomma, per l'edizione numero 40 del Concerto del GGI. Arricchito appunto dal cameo (in tre brani) della meteora pop australiana, che non ha potuto esimersi dal ricantare "Torn" davanti al pubblico ormai ostaggio della nostalgia.
Finalità benefica
Il concerto non è stato solo un’occasione di intrattenimento: se nel 1982 il concerto nacque per sostenere l'Orchestra Sinfonica della Rai, quest'anno, proseguendo le attività avviate nel 2023, il Gruppo Giovani Imprenditori ha scelto di raccogliere fondi per il Fondo Musy, che si impegna a favorire il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro. Ed è stato anche l'ultimo appuntamento in calendario per l’anno di Torino Capitale della Cultura d'Impresa 2024.
“Con questo ultimo grande evento si conclude Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024. E traendo un primo bilancio, possiamo dire che è più vero che mai che ‘cultura è impresa e l’impresa è cultura’ – commenta il presidente dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay - questa è stata la visione grazie a cui abbiamo coinvolto una molteplicità di soggetti, tra cui 650 speaker che ci hanno così permesso di generare 140mila pagine web sul tema. Da questo grande sforzo, è emerso un messaggio chiaro che, sono sicuro, sarà raccolto e rafforzato anche nel 2025 dai colleghi dell’Unione Industriali Napoli, cui abbiamo passato il testimone. Ovvero che accomunare cultura e imprenditoria è non solo possibile, ma essenziale per attrarre talenti e generare creatività e innovazione realmente inclusive”.
Visibilmente emozionata, a fare gli onori di casa è stata la presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali Torino, Barbara Graffino: “Viviamo in un mondo complesso e incerto, attraversato da sfide enormi: guerre, nazionalismi in ascesa, trasformazioni tecnologiche e demografiche. In questo contesto, l’imprenditore è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale, mettendo a frutto la propria creatività, capacità di risolvere problemi, e la propensione al rischio. Oggi, più che mai, essere imprenditore è una scelta possibile per chi ha voglia di mettersi in gioco”. E si è anche prestata a un momento-karaoke sulle note de "Il mio canto libero", di Lucio Battisti.
Ma è stato solo l'inizio di una serata in cui protocollo, cravatte e posti a sedere sono presto diventati elementi di contorno. "Ci sono passato molte volte, da Torino - ha confessato Savoretti, a fine esibizione - ma non mi ero mai reso conto di quanto fosse figa". Se non è un colpo di fulmine questo..