Economia e lavoro - 02 dicembre 2024, 19:25

Quindici anni di Settimane della Sicurezza: "Continueremo a promuovere salute e diritti nei luoghi di lavoro e nelle scuole"

L'iniziativa è stata promossa dall'associazione "Sicurezza e lavoro", per ricordare le vittime dell'incidente ThyssenKrupp e della gru di via Genova

Quindici anni di Settimane della Sicurezza

Quindici anni di Settimane della Sicurezza

Sono trascorsi 17 lunghi anni dal terribile disastro della ThyssenKrupp, dove il 6 dicembre 2007 otto operai persero la vita nello stabilimento torinese, ma sono anche passati tre anni dalla tragedia del crollo della gru di via Genova, risalente al 2021.

Per ricordare queste tragedie anche quest'anno, fino al 18 dicembre, si terranno a Torino le "Settimane della Sicurezza", organizzate dall'associazione "Sicurezza e Lavoro" per sensibilizzare e diffondere la cultura del lavoro sicuro. Con l'obiettivo di trattare i temi della prevenzione e dell'informazione, saranno al centro dell'evento le scuole e i sindacati. In particolare come protagonisti saranno soprattutto gli studenti e le scuole della Circoscrizione 8, area in cui persero la vita i tre lavorati del cantiere di via Genova a causa del crollo di una gru. Inoltre da quest'anno sarà centrale il tema dei diritti dei lavoratori, in ottica del contrasto ai lavori non sicuri e in nero.

"Fin dal primo giorno la città metropolitana e le istituzioni tutte hanno sostenuto le iniziative delle settimane dedicate alla sicurezza sul lavoro – ha spiegato il presidente dell'associazione Sicurezza e Lavoro Massimiliano QuiricoQuest'anno la settimana si concentrerà con tre appuntamenti insieme ai principali gruppi sindacali per quanto riguarderà il tema della prevenzione, invece per la parte di informazione ci rivolgeremo direttamente alle scuole, in particolare nella Circoscrizione 8 dove ci fu l'incidente di via Genova".

"Il 4 dicembre – continua Quirico – ci sarà l'udienza in tribunale sul caso di via Genova in cui saremmo ammessi, sottolineando che noi siamo qui per sensibilizzare ma soprattutto per chiedere giustizia. Il 18 dicembre chiuderemo la settimana con una cerimonia commemorativa davanti al luogo in cui crollò la gru".

"Ringrazio l'associazione e le famiglie delle vittime, quello che è accaduto ai vostri parenti è una ferita ancora aperta ma riuscite a tenere viva la memoria delle vittime per chiedere ancora giustizia – ha commentato la Segretaria torinese della Cisl Cristina MaccariSpesso vediamo datori di lavoro con una formazione non sufficiente, infatti i numeri di vittime e di infortuni sul lavoro sono ancora elevati. Dobbiamo fare un passo in più iniziando a guardare dentro gli enti e gli ambienti di lavoro".

Nel corso di questi quindici anni è stato fondamentale il sostegno della politica, in particolare della città di Torino e della Regione Piemonte. Per questo motivo, durante la presentazione del programma delle settimane dedicate alla sensibilizzazione e all'informazione della sicurezza sui posti lavorativi, non sono mancati i saluti istituzionali provenienti anche dall'europarlamento.

"Non è mai semplice trovare le parole giuste per un tema importante come la sicurezza sul lavoro, ci sono ferite che non si rimarginano e fallimenti veri e propri suk posti di lavoro – ha dichiarato il consigliere comunale e eurodeputato di Fratelli d'Italia Giovanni Crosetto Oggi l'assessore alla Sanità Riboldi, il quale proviene dal ruolo di sindaco di Casale Monferrato, luogo in cui ci furono problemi per l'Eternit e amianto, assicura che l'area del Casale è una delle località più bonificate, a testimonianza che la politica deve agire sempre e in continuità".

"Questa iniziativa restituisce dignità alle vittime e a morti insensate, e per farlo dobbiamo tutti prenderci degli impegni – ha spiegato la consigliera regionale del PD Nadia ConticelliL'incidente ThyssenKrupp ebbe un forte impatto nazionale, le leggi sulla sicurezza senza la cultura non bastano e questa cultura si costruisce con il lavoro sano. Per far sì che i lavoratori abbiano la coscienza dei propri diritti non devono essere fragili, come in nero o in tirocinio per l'ennesima volta".

"È un'iniziativa importante quella della settimana per la sicurezza sul lavoro – ha definito la consigliera della Città metropolitana di Torino con delega alle Politiche Sociali Rosanna Schillaci Quando ricordammo le vittime di Brandizzo decidemmo di ricordare anche l'evento ThyssenKrupp, a testimonianza del fatto che gli incidenti sul lavoro non calano. La cultura della sicurezza non è valorizzata come dovrebbe essere, è importante istruire i dipendenti ma è anche fondamentale rimarcare che la sicurezza non va messa in secondo piano a discapito della propria salute".

"Abbiamo raggiunto un traguardo importante grazie all'associazione sicurezza e lavoro, gli studenti sono i lavoratori del domani ed è fondamentale istruirli sulla sicurezza – ha aggiunto il consigliere del PD Simone TostoIl lavoro sicuro deve essere al centro dei temi politici, guardando i dati sappiamo esserci ancora molti problemi come il recente caso di Brandizzo."

Ma se da un lato c'è la speranza di mantenere viva la memoria di queste tragedie e di istruire i lavoratori, resta comunque la profonda amarezza dei parenti delle vittime ThyssenKrupp per non aver ricevuto giustizia. Infatti al centro delle critiche l'accusa di non aver fatto scontare il carcere ai responsabili, come per l'allora amministratore delegato Harald Espenhahn dello stabilimento torinese, entrato in carcere in Germania solamente nell'agosto 2023, dopo essere fuggito per 16 anni alla pena inflitta dal Tribunale di Torino per l’incendio dell’acciaieria.

"Quest'anno avevo deciso di non parlare perché c'è poco da dire ormai, le leggi non vengono applicate e non dovrebbero succedere più queste stragi – ha dichiarato con le lacrime in viso Rosina, una delle parenti delle vittime ThyssenKrupp – Ma io voglio parlare del dopo, nessuno paga per queste tragedie. Se noi siamo partiti con l'assassino tedesco che non ha mai fatto la galera, gli assassini italiani invece hanno scontato solo un anno e mezzo di pena. Se nessuno paga per i suoi crimini, come facciamo a ridare dignità ai nostri figli che non hanno avuto giustizia?".

Marco D’Agostino

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