Giovedì 21 novembre 2024 la CGIL Piemonte dedicherà la giornata al tema della previdenza.
Al mattino, a partire dalle ore 9.30, presso il Teatro Collegio San Giuseppe (via Andrea Doria 18/a) si riuniranno circa 350 tra delegate, delegati, pensionate e pensionati per fare il punto sulle norme previdenziali che sono contenute nella legge di bilancio al vaglio delle Camere.
Alla fine della mattinata, verso le 13.00, ci si sposterà sotto la Sede regionale dell’INPS (via dell’Arcivescovado 9) per un pic-nic di protesta proprio contro l’approvazione di queste norme. "La manovra di bilancio rende ancora più complicato accedere alla pensione anche dopo anni di lavoro, azzerando di fatto le già insufficienti forme di flessibilità in uscita, inasprendo la condizione delle donne e dei giovani, già penalizzati da lavori discontinui e salari poveri - viene spiegato in una nota dal sindacato - Questo governo, dopo aver sbandierato, in campagna elettorale, che avrebbe abolito la Legge Monti-Fornero, è riuscito addirittura a peggiorarla, allungando l’età lavorativa fino a 70 anni e oltre".
"È necessaria e urgente una vera riforma del sistema previdenziale che corregga le storture oggi esistenti e si incardini su principi di equità e solidarietà, è necessario pensare ad una pensione di garanzia per giovani e donne che valorizzi anche i periodi di non lavoro.
Le risorse per farlo ci sono, ovviamente è necessario fare una scelta politica diversa e contraria da quella che sta facendo questo Governo, recuperandole dalla tassazione di extra profitti, profitti, rendite e grandi patrimoni, contrastando la grande evasione fiscale e contributiva.
Il lavoro precario e i salari bassi portano a pensioni basse, per questo la previdenza sarà uno dei temi centrali della nostra campagna referendaria.
Si è scelto di manifestare sotto l’INPS perché è il più importante presidio sociale del nostro paese, il principale ente previdenziale tra quelli previsti nell’ordinamento italiano in applicazione dell’art. 38 della nostra Costituzione, ma anche perché, per anni, l’efficienza di questo istituto ha subito le conseguenze della drastica e lineare riduzione delle risorse: umane, finanziarie e strumentali che interessano parimenti, lavoratrici/lavoratori e utenti.
Politiche miopi fatte di tagli e mancati investimenti che continuano con questa manovra.
Una manovra che taglia i salari, proprio a partire dal pubblico impiego, prevedendo per il rinnovo contrattuale risorse sufficienti a coprire appena 1/3 dell’inflazione e firmando l’accordo separato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali, con il chiaro fine di attaccare l’autorità salariale e normativa che la contrattazione nazionale rappresenta.
In un paese in cui dilaga la precarietà, anziché prevedere investimenti e interventi pubblici in grado di difendere l’occupazione e creare nuovo lavoro, il blocco del tour over fino al 2026 comporterà una riduzione dei servizi fondamentali per i cittadini e un ampliamento della precarietà.
Le amministrazioni dovranno ridurre assunzioni previste e rivedere procedure di stabilizzazione, rischiando di vanificare anche gli effetti benefici delle assunzioni che, se pur in numero non sono sufficiente, sono state fatte in questi anni.
Si colpiscono gli enti che hanno bisogno di nuove assunzioni e si programma nei fatti lo smantellamento di molti servizi a causa dell’assenza di personale, sancendo, ad esempio proprio nel caso dell’INPS, la remotizzazione dei servizi e l’abbandono dei territori periferici.
Mentre invece è urgente, agire per rendere complessivamente la pubblica amministrazione in grado di rispondere ai nuovi bisogni della nostra comunità, dove le rilevanti opportunità che le nuove tecnologie stanno offrendo, combinate al patrimonio di competenze e di esperienza presente nella PA, possano fare da volano anche al sistema economico, e ad un processo di innovazione del Paese che lo renda più efficiente e solidale. Anche per questo il 29 novembre sarà sciopero generale", conclude la Cgil.