Pierluigi Piscopo, giocatore professionista di scacchi, giovedì 21 novembre sarà ospite delle Ogr Torino, insieme a Marco "Monty" Montemagno, in una serata di chiacchiere sul gioco di strategia che affascina il pubblico di tutto il mondo.
Maestro Internazionale dal 2006, Piscopo ha partecipato cinque volte alla finale del Campionato Italiano Assoluto e ha vestito in più occasioni i panni della nazionale.
Ma qual è il suo primo ricordo degli scacchi e come è nata questa passione?
"Un pomeriggio a casa mia, la telefonata di una cugina che praticamente impone a mia sorella e me di andare ad un corso di qualcosa che non sapevamo bene cosa, io che mi metto la tuta pensando che ci fosse da correre. Poi la sorpresa di una grande
scacchiera murale, un bravissimo insegnante ed è nata subito la passione".
Che cos'è che ci affascina di questo sport? Quali sono i meccanismi più difficili da comprendere?
"Sicuramente gli scacchi fanno parte della attività complesse ed è proprio della natura
umana volersi confrontare con ciò che è problematico, mettersi alla prova, superare le
difficoltà. Inoltre gli scacchi sono un luogo di assoluta libertà, solo il regolamento
impone certe mosse forzate, altrimenti il giocatore sceglie in totale autonomia. Il
meccanismo più bello e tipico è quello della pianificazione, prevedere qualcosa che
poi effettivamente si realizza dà grande soddisfazione."
I giovani oggi si avvicinano agli scacchi?
"Oggi stanno vivendo un vero e proprio boom e sono un gioco buono per
tutte le età. Nonostante la concorrenza sleale dei gadget elettronici, gli scacchi stanno
diventando molto popolari tra i giovani e grazie all’ottimo lavoro svolto dalla
Federazione Scacchistica Italiana stanno guadagnando un posto tra i
grandi dello sport italiano. Un altro fenomeno di notevole importanza è
la loro introduzione a scuola e in questo settore l’Italia sta facendo passi da
gigante. Per non andare troppo lontano, la società piemontese Alfiere Bianco è leader
europeo negli scacchi scolastici e la gloriosa Società Scacchistica Torinese svolge un
enorme lavoro sul territorio".
A proposito di Torino, presto ospiterà il il Campionato Italiano Assoluto di scacchi, un evento prestigioso, lei che rapporto ha con la città e secondo lei la città valorizza adeguatamente questo sport?
"Torino è una città speciale per gli scacchi in Italia, almeno per due motivi.
Innanzitutto perché è sede di un circolo storico, la Società Scacchistica Torinese,
fondata più di un secolo fa. La sede di via Goito, è per me “il più bel circolo di scacchi del mondo”. E non lo dico per amicizia, sono obiettivo. Nel 2006 inoltre Torino ha ospitato le Olimpiadi degli Scacchi, prima e unica volta nel nostro Paese.
Ma Torino è una città speciale anche per me. Ho giocato qui il mio primo torneo
internazionale nel lontano 2002 e da allora la Scacchistica Torinese mi ha
praticamente adottato, scacchisticamente, e ciò che è ancor più bello, umanamente. A
Torino ho giocato, qualificandomi, una semifinale del CIA e poi nel 2006 ho fatto
parte della selezione del Piemonte proprio in occasione delle Olimpiadi di Torino, un
grande onore".
A gennaio 2024 è diventato allenatore di Marco “Monty” Montemagno, che sarà ospite con lei alle Ogr Torino, ci può raccontare come sta andando?
"Monty è un agonista nell’animo, per cui sa quali sacrifici si devono fare per migliorare ed è pronto per farli, è un ottimo allievo. Inoltre è una persona dalla simpatia trascinante e ha una forza comunicativa straordinaria, forse aspetto più io la nostra lezione settimanale di quanto faccia lui. Al momento siamo a buon punto, Monty ha guadagnato 300 punti Elo, ma soprattutto ha una nuova consapevolezza nel gioco che lo porta a poter realisticamente raggiungere quota 2000".
Sogno nel cassetto che non ha ancora realizzato?
"Vedere uno scacchista nato in Italia entrare a far parte dell’élite mondiale".