Cronaca - 19 novembre 2024, 00:00

Schiacciato dal braccio di una gru: muore operaio di 51 anni in Corso Unità

Residente ad Arcore operava per conto di una ditta bresciana che stava lavorando in un cantiere all'interno del Centro Ricerche Smat. Lo Russo: "Incidente che impone riflessioni"

Schiacciato dal braccio di una gru: muore operaio di 51 anni in Corso Unità

Un uomo di 51 anni Fatmir Isufi è morto sul lavoro presso il centro ricerche Smat in Corso Unità d'Italia al civico 235. Secondo quando riportano le forze dell'ordine l'incidente si sarebbe verificato intorno alle ore 20,30. Di origine albanese, ma residente ad Arcore (in provincia di Monza e della Brianza), operava per conto della ditta Palingeo Srl, con sede nel bresciano. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo sarebbe rimasto schiacciato da un braccio di una gru, mentre stava eseguendo dei lavori su una vasca di pompaggio.

L'uomo sarebbe deceduto a seguito dell'impatto. Sul posto è intervenuto l'equipe medico sanitario per tentare di rianimarlo. Sul posto per i rilievi del caso i carabinieri e il personale dello Spresal oltre ai vigili del fuoco.

Lo Russo: "Una tragedia che lascia sgomenti"

Anche il sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo, ha commentato l’accaduto: "Una terribile tragedia: ancora una volta una persona ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Un drammatico incidente che lascia sgomenti, senza parole, e impone riflessioni su un lavoro che deve essere sicuro per tutti, sempre. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia, è un tragico bilancio e le istituzioni devono alzare la soglia dell'attenzione".

Sicurezza e Lavoro: "Si allunga la scia di sangue nell'edilizia"

"A pochi giorni dal via delle Settimane della Sicurezza, in programma dal 2 al 18 dicembre 2024, in cui ricorderemo le sette vittime del rogo della ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007 e i tre operai morti nella strage della gru di via Genova del 18 dicembre 2021, per la quale si celebrerà il prossimo 4 dicembre un’udienza del processo in cui Sicurezza e Lavoro è stata ammessa come parte civile, assistiamo nuovamente a una strage in un cantiere in cui è coinvolta una gru", è il commento di Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro.

"Mentre si allunga ancora la scia di sangue nell’edilizia torinese – afferma Quirico non possiamo che stringerci ai familiari della vittima e alla comunità albanese e auspicare più controlli e maggiore rigore nella gestione dei cantieri, soprattutto di quelli in cui i committenti sono enti pubblici o aziende partecipate. Ci sono ancora troppi infortuni, troppe morti che riguardano l’utilizzo di macchine e di attrezzature da cantiere che si potrebbero evitare con una migliore organizzazione del lavoro, più formazione e un utilizzo consapevole delle tecnologie". 

Come ricorda Quirico l'incidente è avvenuto a meno di due chilometri da via Genova dove tre lavoratori sono morti nel crollo della gru il 18 dicembre 2021.  Quest’anno un altro lavoratore era morto nel montaggio di una gru nel Torinese, a Rivoli, il 5 febbraio 2024, in un cantiere in via Cesare Battisti.

Convocata una Commissione congiunta in Comune

"Alla luce del tragico incidente, esprimiamo la nostra solidarietà ai familiari della vittima e chiediamo agli organi inquirenti (Magistratura, SPRESAL…) di accertare quanto accaduto e di individuare eventuali responsabilità. Il continuo ripetersi di incidenti mortali nei posti di lavoro è il segnale di una non sufficiente attenzione alla sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche", ha detto Claudio Cerrato, capogruppo PD al Comune di Torino. Che poi ha annunciato: "Abbiamo deciso, in accordo con il Sindaco e la Vicesindaca, di convocare il 27 novembre prossimo alle 11.30 una commissione congiunta tra la Terza, Prima e Sesta Commissione con la presenza della Vicesindaca e della dirigenza SMAT. È necessario un impegno collettivo per garantire che nessuno rischi la propria vita svolgendo il proprio lavoro".

Filctem Cgil: "Una mattanza che ha cause e responsabilià"

"Si tratta dell’ennesima morte sul lavoro: una catena infinita di vite spezzate - è il commento della Filctem Cgil - Una mattanza che ha delle cause e delle responsabilità. Perché nel nostro paese non si investe sulla cultura della sicurezza, i controlli sono ridotti al lumicino, la catena infinita di appalti e sub-appalti de-responsabilizza il committente, il lavoro irregolare prolifera."

"Dobbiamo smettere con la retorica della tragica fatalità, perché le responsabilità della politica – incapace di intervenire con serietà per arrestare questa scia di sangue – sono evidenti - continua il sindacato che rappresenta gli edili - Solo prevenendo, creando cultura della sicurezza e aumentando i controlli e quindi le risorse economiche dedicate, si può combattere realmente questa piaga, che sino ad oggi invece è stata – nei fatti – non solo consentita ma anche incentivata da scelte politiche che guardano solo al profitto anziché alla tutela della vita dei lavoratori."

"Saranno le Autorità competenti a verificare le dinamiche dell’accaduto e le eventuali responsabilità", ha invece aggiunto la UILTEC. "Sul piano sindacale promuoveremo una iniziativa per sensibilizzare ulteriormente i lavoratori e l’azienda SMAT sul presidio delle attività del ciclo idrico in una città come Torino già particolarmente colpita negli anni da altri gravi incidenti. Mentre esprimiamo le condoglianze della Uiltec e della Uil tutta alla famiglia del Lavoratore ribadiamo con forza che non si può morire di lavoro".

"Riteniamo, vista la cadenza ormai quotidiana di infortuni gravi o mortali, che sia necessario affrontare la questione da un punto di vista culturale, a partire dalle scuole dell’obbligo", ha commentato invece Feneal Uil Piemonte e Fillea Cgil Torino. "Ci sono però associazioni che stanno tentando di favorire il nascere di contratti che prevedono meno tutele e diritti per i lavoratori dell’edilizia, ma soprattutto che non riconoscono il sistema bilaterale delle costruzioni, unico vero presidio per la legalità e la sicurezza. La Cassa Edile e gli enti di formazione e sicurezza presenti in tutto il territorio italiano, circa 250, garantiscono infatti la tutela di lavoratori e lavoratrici e la regolarità del settore. Di fronte all’ennesima tragedia, ci sembra davvero assurdo che alcune Istituzioni, invece di migliorare le norme sulla sicurezza e di applicare i contratti collettivi nazionali del comparto costruzioni, possano favorire il proliferare di tali contratti".

 

 

Busconi (SE): “Il profitto viene prima delle vite umane”

"Ci uniamo al dolore di tutta la città di Torino per l'incidente sul lavoro. Le istituzioni competenti dovranno accertare cause e responsabilità dell'accaduto", ha invece commentato Emanuele Busconi, consigliere comunale di Sinistra Ecologista. "Tuttavia, sappiamo che questi incidenti, che si susseguono numerosi, non accadono quasi mai per caso: alla loro radice c'è un sistema economico e sociale che antepone la ricerca del profitto al rispetto della vita umana".

Redazione

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