Dopo l'accesa manifestazione del "No Meloni day" di ieri, dove quindici agenti della celere sono rimasti feriti a causa degli scontri, i Pro-Pal scendono nuovamente in piazza per chiedere lo stop di invio di armi ad Israele.
Le foto delle vittime
Prima di partire, le persone in protesta hanno disteso sulla strada di piazza Statuto una grossa bandiera della Palestina, seguita da molti striscioni con sopra riportate le foto di alcune vittime del conflitto in Medio Oriente.
"Dobbiamo parlare oggi di una catastrofe che va avanti dal 1948, una situazione generata grazie alle politiche arabofobiche che si portano avanti in questo Paese – ha dichiarato una delle organizzatrici del corteo per dare il via alla manifestazione –. Israele si sta espandendo, ma ci sono tanti popoli che si stanno opponendo al colonizzatore sionista. Questa situazione passa attraverso la vendita di armi: in Italia siamo complici di questo genocidio perché siamo i terzi esportatori di armi nei confronti di Israele".
Ore 15: gli organizzatori dichiarano 5000 presenti
Il corteo verso le ore 15, accompagnato dal coro "Free free Palestine", è partito da piazza Statuto alla rotta di piazza Castello. In capo ai manifestanti un carro con sopra dei volantini che riportano la scritta: "Basta armi a Israele, fermiamo l'occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio. Palestina libera, Libano libero".Il corteo ha proseguito in corso Principe Eugenio dove l'A.P.I, l'associazione dei palestinesi in Italia e organizzatrice del corteo, ha annunciato dai megafoni in prima fila di aver contato oltre 5mila partecipanti tra bambini, studenti, famiglie e organizzazioni politiche.
Poco prima di svoltare verso corso Regina Margherita è stato anche presentato un nuovo coro, definito come nuovo canto di lotta: "Combatteremo e resisteremo al geocidio e all'occupazione, intifada ora è per sempre yallah yallah Palestina resistente".
"Bella ciao" a Porta Palazzo
Le bandiere palestinesi hanno poi sfilato in mezzo a Porta Palazzo al grido di: "Palestina libera dalla terra fino al mare", e, davanti agli sguardi stupiti di molti passanti e di residenti che si affacciano dai balconi, dal carro in prima fila risuona il canto "Bella Ciao". Intanto il corteo si avvicina sempre di più alla meta finale, piazza Castello.
Tensioni nella zona del Comune
Alcuni attimi di tensione durante la penultima tappa, quando il corteo si è fermato in piazza Palazzo di Città, proprio sotto al Municipio presidiato da un ingente cordone della celere. Alcuni manifestanti si sono ritrovati faccia a faccia con le forze dell'ordine.
Conclusione in piazza Castello
Ultima tappa in piazza Castello per la manifestazione in sostegno del popolo palestinese. Alcuni attivisti, mascherati dalle Kefiah, sono saliti sulle statue di Emanuele Filiberto e, dopo aver fatto sventolare alcune bandiere, hanno provato a dare fuoco al logo dell'azienda Leonardo, accusata di essere complice del genocidio con la vendita di armi a Israele.
Infine il corteo, radunatosi quasi sotto alla Prefettura di Torino (dove nella giornata di ieri sono avvenuti i principali scontri con le forze dell'ordine), è terminato con il motto internazionale dei sostenitori del popolo palestinese: "Intifada fino alla vittoria".