La SLC-CGIL, insieme alla Circoscrizione 8 e ad alcuni rappresentanti del Consiglio comunale di Torino, hanno organizzato un presidio per dire no all'imminente chiusura dell'ufficio postale di Cavoretto di via alla Parrocchia 3/A.
Un'altra protesta, dopo corso Casale
Come per il caso degli sportelli di corso Casale, nel quartiere di Madonna del Pilone, anche a Cavoretto residenti e istituzioni hanno realizzato una raccolta firme. Ad oggi si contano circa 600 firme, un dato che, in una frazione che conta circa 1400 abitanti, sottolinea quanto gli sportelli siano davvero sentiti dai residenti.
Raccolta 600 firme per dire no
"Ci siamo uniti tra istituzioni e sindacati perché questa iniziativa vuole essere trasversale, da qualche settimana apprendiamo che Poste italiane chiuderà cinque uffici della città – ha spiegato il presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano – Da tempo sono iniziate le manifestazioni contro questa scelta, oggi siamo qui a Cavoretto per difendere l'ultimo presidio di Poste Italiane sul territorio. Come circoscrizione abbiamo voluto approvare, all'unanimità, un ordine del giorno per chiedere al sindaco di farsi portavoce per tutelare gli uffici postali".
"Supportiamo questa battaglia che sta toccando molti territori di Torino – spiegano i consiglieri del PD Pietro Tuttolomondo e Vincenzo Camarda – Non è la questione del singolo posto, si parla tanto di avere i presidi capillari e invece si tende a un'idea di centralizzazione a discapito delle persone più fragili. La politica di razionalizzazione non è nelle nostre corde, il consiglio si sta già muovendo per unire le forze e evitare le chiusure".
La rabbia dei sindacati
"Siamo fermamente contrati alla chiusura di ulteriori uffici postali, in tutta Italia saranno 108 gli uffici nel mirino di Poste, di cui cinque solo qui a Torino – ha commentato la segretaria regionale di Slc Cgil Nunzia Mastropasqua – La cittadinanza è molto attiva e partecipe a questa nostra contestazione, questo perché gli uffici di territorio sono davvero un sevizio fondamentale per i residenti".
"A Cavoretto l’ufficio postale non è solo un luogo dove pagare bollette o inviare lettere: è il cuore pulsante di questo quartiere, è il filo che tiene insieme giovani e anziani, famiglie e lavoratori. Poste Italiane ha una responsabilità verso la collettività. Una responsabilità sociale, che con le chiusure dimostra di non assumersi", ha aggiunto poi Salvatore De Luca, anche lui di Slc Cgil.
"Questa volta stiamo dicendo tutti la stessa cosa, cioè che siamo di fronte ha un comportamento da parte da parte delle Poste che non ha senso – ha commentato il segretario torinese dei Pensionati Italiani Pietro Gabriele – È fondamentale avere un luogo in cui prendere la pensione e fornire servizi ai cittadini. Oltre le cose denunciate dalla categoria e la denuncia della Circoscrizione, va detto che siamo di fronte a un'idea in cui per avere dei servizi bisogna operare in maniera individuale, questo è un atteggiamento che dovrà essere sconfitto".
"Una grave perdita per tutto il territorio"
Inoltre, viene fatto notare come la minaccia delle serrande abbassate degli uffici di Cavoretto, danneggerebbe ulteriormente un territorio che da tempo sta subendo un processo di spopolamento. Sono infatti stati chiusi negli anni passati alcuni sportelli bancari, un problema che si sta riversando principalmente sulle poche attività commerciali presenti nella zona.
"Sarebbe una grande perdita la chiusura degli uffici, questo perché questa zona è l'unico posto del borgo frequentato da anziani e famiglie – ha raccontato Olga del Bar Petit Caffè, che si trova proprio di fronte agli sportelli delle poste – I clienti che si lamentano sono tanti, ma anche per noi sarebbe un servizio in meno: dove andremo a prelevare per la nostra attività senza banche e poste?".
Forse non tutto è ancora perduto
Intanto non tutto sembra perduto, infatti dopo le interrogazioni parlamentari dei gruppi del Movimento 5 Stelle e del PD, il caso arriverà anche in Regione. Per il 29 novembre sarà infatti previsto un tavolo congiunto tra Regione, sindaco di Torino, sindacati e realtà territoriali, per cercare di unire ancora di più le forze e riuscire a evitare la chiusura dei cinque uffici.
Per il momento però la chiusura sembra essere definitiva, gli sportelli sono ancora aperti ma da come si legge da alcuni cartelli affissi all'uscita il futuro non sembra essere dei migliori: "Chiusura ufficio. Dal 16/12/2024 questo ufficio non sarà più operativo".