Rimandato in aula consigliare, con possibilità di emendamenti, il documento in solidarietà agli amministratori della Città di Torino e della Regione indagati nel processo smog, presentato oggi in commissione dal consigliere Silvio Viale.
"Un atto politico dovuto", secondo l'esponente dei Radicali, che però non è riuscito a trovare l'accordo di tutti i presenti al tavolo di commissione questo pomeriggio. Nemmeno tra i diretti interessati, su tutti Pd e M5S, giuridicamente coinvolti nella vicenda.
Ma se da una parte i pentastellati, per tramite del suo consigliere Andrea Russi, sostengono su tutta la linea l'iniziativa di Viale, dall'altra i dem, per tramite del capogruppo Claudio Cerrato, esprimono alcune perplessità, più che altro su alcuni passaggi. In particolare dove si potrebbe far propendere per una minimizzazione dei rischi sulla salute dell'inquinamento (contro quanto sostiene l'Oms).
E se da un lato c'è chi , come la capogruppo di Sinistra Ecologista Sara Diena, sostiene la necessità di non sovrapporre i piani (quello politico e quello giudiziario), dall'altra sponda il vicepresidente della commissione Enzo Liardo di FdI, dà ragione a Viale, esprimendo contrarietà a misure come Ztl e chiusure “utili solo a far cassa.” E infine la consigliera Caterina Greco (PD) che invita a un focus sulle politiche che l’amministrazione Lo Russo sta portando avanti sul tema.
Contrariato Russi sulla posizione attendista di Cerrato, Viale apre alla possibilità di “limare” il documento che verrà ora presentato in consiglio comunale. La seduta si chiude con il numero legale mentre tra i presenti compare un cartello di una contestatrice con su scritto: “Solidarietà agli indagati = concorso morale”.
Il processo smog
Sono sette gli indagati nel processo smog: tra i nomi celebri c'è quello degli allora sindaci Piero Fassino e Chiara Appendino, oltre all'ex presidente del Piemonte Sergio Chiamparino e altri assessori incaricati nel periodo che va dal 2015 al 2019.
Seconda la Procura gli esponenti in carica nei rispettivi mandati non avrebbero adottato le misure necessarie per mantenere i livelli di smog sotto la soglia di guardia. L'accusa è pesante: mille morti premature dovute all'inquinamento ambientale colposo, non controllato, secondo la tesi degli inquirenti, dalla politica. L'indagine era partita da un esposto di Roberto Mezzalama del comitato Torino Respira (organizzazione ammessa come parte civile).
Il processo era iniziato sette anni dopo le indagini. Poi i primi di luglio di quest'anno era arrivata la sentenza di non luogo a procedere che aveva portato a un binario morto il processo pilota. Ma sul finire di ottobre la Procura ha impugnato la decisione del giudice.