"Forse si sono succeduti troppi direttori che sono stati troppo poco tempo per creare una proposta destinata a radicarsi", così Alberto Barbera, oggi Direttore artistico della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, ma a lungo presidente del Museo del Cinema di Torino oltre che direttore direttore del TFF dal 1989 al 1998, ospite del Polo del ‘900 per la rassegna I grandi maestri della cultura.
"Abbiamo assistito purtroppo a un ricambio continuo che ha avuto un effetto spiazzante sia per il pubblico sia all’esterno. Si fa un po’ più fatica a identificare il Tff con una certa proposta definita, in un contesto come quello attuale di sovrabbondanza di festival in tutto il mondo e nel nostro Paese".
Cosa si aspetta dal prossimo festival sotto la direzione di Giulio Base?
“Sono molto curioso, perché Giulio Base non viene dalla direzione, ma dalla regia. Farà qualcosa di inaspettato e inedito sicuramente e anche io sono molto curioso di sapere cosa”.
Cambio di direzione anche per il Museo del Cinema. Carlo Chatrian ha subito messo in chiaro che il suo sarà un Museo di eventi e ospiti, ma anche di ricerca. Lei cosa ne pensa?
“Penso che la scelta di Chatrian sia stata ottima. È una persona di grande esperienza, un bravissimo organizzatore, come dimostrato a Locarno e Berlino. Ho grande stima e ammirazione nei suoi confronti, abbiamo anche lavorato insieme e sono sicuro che riuscirà a trovare quell’equilibrio tra una dimensione popolare legata alla popolarità che il Museo ha acquisito a livello nazionale e internazionale e quella di ricerca della Fondazione che ha un patrimonio cinematografico importante ed è un hub culturale imprescindibile per il settore. Ecco si dovrà trovare equilibrio tra questi due estremi: una funzione attrattiva per il pubblico e una di proposta culturale che possa lasciare il segno sia in città sia sul piano internazionale. È la sfida che ha Chatrian ha di fronte oggi”.
Oggi era ospite del Polo del ‘900 per parlare agli studenti della storia e dell’importanza del cinema. Pur sapendo che se i suoi impegni sono specialmente sulla Biennale di Venezia, la rivedremo di nuovo presto in città?
“Ricevo proposte ogni tanto, ma il mio lavoro purtroppo dopo il covid è diventato infernale- ammette Barbera -. Da adesso fino alle fine dell’anno guardo film, anche durante i weekend. Solo l’anno scorso sono arrivati oltre 4 mila pellicole da selezionare. Diciamo che faccio fatica a gestire altri incarichi”.