Cronaca - 28 ottobre 2024, 10:15

Commozione per l'ultimo saluto a Paolo Griseri: "La morte lo ha trovato sul pezzo, ancora una volta"

Si sono celebrati questa mattina, nella chiesa dell'Ascensione a Mirafiori, i funerali del giornalista morto improvvisamente a 67 anni. Tanti gli amici, i parenti, ma anche esponenti del mondo della politica, del sindacato e della società civile

Commozione per l'ultimo saluto a Paolo Griseri

Commozione per l'ultimo saluto a Paolo Griseri

"Una folla commossa". È questa di solito l'espressione, abusata, che si usa quando si deve raccontare un funerale. E che a volte perde di significato. Ma mai come questa mattina, per l'ultimo saluto a Paolo Griseri, queste parole hanno ritrovato tutto il loro senso.

Una folla commossa a Mirafiori

Una folla, perché all'esterno della chiesta dell'Ascensione, a Mirafiori, c'erano persone a perdita d'occhio, tanto da costringerne decine a seguire la funzione in piedi. Commossa. Perché gli occhi erano gonfi, lo sguardo basso. I saluti, tra conoscenti, appena accennati. Ma pronti a trasformarsi in un abbraccio e in una stretta alle spalle, quando negli occhi dell'altro si riconosce la stessa sofferenza e lo stesso dolore. 

Sorrisi, anche: perché essere lì per ricordare Paolo Griseri, 67 anni, morto giovedì notte per un malore improvviso, vuol dire anche veder riaffiorare alla memoria il suo modo di essere, gli aneddoti, le parole che ha condiviso con chi gli è stato attorno.

Una lunga e brillante carriera

Una carriera lunga, la sua, scandita da testate di primo piano come il Manifesto, la Repubblica (di cui è stato anche inviato) e la Stampa, di cui è stato anche vicedirettore. E tutta la sua carriera, insieme alla sua vita, è stato il motore che ha richiamato tante persone per la cerimonia funebre nel quartiere dove è nato e che, per lavoro, spesso ha raccontato. Meglio di tutti gli altri.

Esponenti del mondo della politica, del sindacato, del giornalismo torinese e non solo. Tutti si sono stretti attorno ai parenti, alla mamma Anna, al figlio Gabriele e alla nostra collega Stefania Aloia, che Paolo ha sposato proprio lo scorso anno dopo tanti anni insieme divisi tra Torino, Roma, di recente anche Genova.

"Anche questa volta, Paolo si è fatto trovare sul pezzo", è stato detto durante la predica. E sono state ricordate le tante parole e gli aggettivi che hanno accompagnato il ricordo di Griseri in questi tre giorni. Dal rosario di sabato sera alla camera ardente che è stata allestita nella redazione di Repubblica e Stampa nella giornata di domenica.

Fino al funerale di oggi, dove dopo tanta pioggia è stato il sole a fare brillare gli occhi lucidi di chi si è ritrovato ancora una volta attorno a lui. "Paolo non ha smesso di vivere: ha smesso di morire. E ora sarà un seme di qualcosa che germoglierà dopo di lui".

Il ricordo della madre e quel passato da scout

Proprio la mamma, chiudendo la funzione, ha ricordato le doti di veggenza che ebbe la professoressa di italiano di Paolo, alla fine della terza media: "Lo vedo giornalista, ma non di cronaca. Di concetto". E ha ricordato anche il passato da scout del figlio: "Come diceva Baden Powell, bisogna lasciare il mondo un po' meglio di come lo abbiamo trovato. E credo che Paolo, coi suoi limiti, ci sia riuscito".

Massimiliano Sciullo

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